Viene spontaneo chiedersi se qualcuno stia pensando ad un annacquamento dell’ A.I.A. rilasciata nel 2012 all’Ilva. Se sia questo il modo in cui il Governo pensa di trovare oggi quegli investitori che finora non si sono “materializzati” e rendere così più appetibile l‘Ilva.
Preoccupano in questo senso alcune dichiarazioni attribuite al Ministro Galletti per il quale “il piano di ambientalizzazione prevedeva degli step intermedi, uno di questi e’ la realizzazione dell’80% delle prescrizioni entro il 31 luglio 2015. Oggi possiamo dire con certezza, in quanto certificato dall’Ispra, che quel primo step e’ stato rispettato”. Al Ministro ricordiamo che quell’80% è frutto di una modifica del piano ambientale originario e che, comunque, è solo un dato numerico mentre le prescrizioni più importanti per la tutela dell’ambiente e della salute non sono ancora state attuate.
Lo diciamo subito: un’AIA depotenziata sarebbe una inaccettabile vergogna, un altro intollerabile assalto al diritto alla salute dei tarantini. L’ennesima proroga della scadenza, in questo quadro, appare un insulto all’intelligenza. Ci si spieghi, dati alla mano, come sarà possibile completare entro il 31 dicembre 2016 la copertura dei parchi minerali. Ci si spieghi con quali step si risaneranno le cokerie. Ci si indichi quale sarebbe il cronoprogramma degli interventi in applicazione dell’AIA che i commissari straordinari Ilva intendono effettuare entro il 30 giugno, data fissata per il completamento dell’operazione di trasferimento dell’Ilva a terzi.
Ai primi di novembre, a fronte della possibilità assegnata dalla legge di Stabilità all’esame del Parlamento ai Commissari straordinari dell’Ilva di accedere a finanziamenti assistiti dalla garanzia dello Stato per attuare gli interventi previsti dal Piano ambientale avevamo scritto all’Organo Commissariale dell’Ilva chiedendo di sapere a quali specifici interventi tali finanziamenti sarebbero stati destinati, per quali singoli importi e con quali tempi di realizzazione A tutt’oggi non abbiamo avuto alcuna risposta. Non ce ne meravigliamo, ma la mancanza di trasparenza e di informazioni resta uno scandalo che denunciamo con forza.
Noi torniamo a chiedere che vengano rispettati i tempi stabiliti per la piena realizzazione degli interventi previsti dall’A.I.A. , tenuto conto che il termine previsto per la loro ultimazione è stato più volte e già ampiamente prorogato rispetto alla scadenza originaria. Ribadiamo che sono tempi che non si può continuare a dilazionare senza, di fatto, venir meno a quanto stabilito dalla Corte Costituzionale in termini di diritto alla salute e al lavoro. Ci sembra che, anche con questo decreto, il Governo continui a prendere e a perdere tempo. Se non si persegue concretamente una strategia industriale ecocompatibile, di fatto si continua a far sopravvivere l’Ilva in modo artificiale con costi altissimi, non solo economici ma in termini di danno alla salute e all’ambiente, senza gettare nessuna base per il futuro né della fabbrica, né della città.
LEGAMBIENTE TARANTO
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