Alla base di tutto c’è il bando ministeriale “Peoplefor” vinto dalle associazioni “Terre Nostre” (capofila), “I Portulani”, WWF Trulli e Gravine e l’Arcogem srl (legata al dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali), costituiti in una Ats. Insieme hanno avviato un percorso virtuoso attraverso cui gettare le basi per un modello di fruizione e gestione sostenibile e partecipata. Dei dettagli del progetto e dei suoi possibili sviluppi si è parlato nel corso della conferenza stampa tenuta questa mattina.
Rendere fruibili il bosco e la gravina è il principale obiettivo da perseguire, come ha evidenziato anche la coordinatrice del progetto Carmela D’Auria: «Dal punto di vista della tutela – ha detto – è la Gravina ad avere maggiore bisogno di attenzioni. Lo studio che verrà effettuato dai geologi ci permetterà di elaborare un piano di recupero e di messa in sicurezza di una parte della Gravina e del villaggio rupestre fruita dai visitatori». Un ruolo importante sarà svolto anche dal WWF. “Oltre a studi mirati – ha detto Gianni Grassi – bosco e gravina saranno oggetto di interventi di ripristino, visite tematiche, laboratori, workshop, concorsi fotografici e un musical sul brigantaggi”. Il tutto “senza dimenticare una particolare attenzione al mondo delle scuole”, come sottolineato da Michele Mastromarino, anche lui del WWF.
Soddisfazione è stata espressa dall’assessore a Turismo, Ambiente e Politiche Agricole del Comune di Mottola Arcangelo Montanaro: «Il bando darà la possibilità di avviare una progettualità mirata in quelle che sono considerate tra le aree naturalistiche più importanti di Puglia con i loro 700 ettari di estensione nel territorio di Mottola». Il progetto, finanziato per circa 200mila euro, si è posizionato al 59° posto tra gli 800 presentati in tutta Italia. Il gradimento ricevuto a livello ministeriale fa ben sperare anche per il futuro e nella possibilità di poter raccogliere frutti anche oltre i due anni previsti. Le attività in cantiere potranno essere monitorate da tutti grazie alla creazione di una pagina Facebook e di un sito internet dove verranno divulgate tutte le informazioni utili alla comunità sia dal punto di vista scientifico che dal punto di vista culturale e ambientale. Gli sforzi effettuati, quindi, potranno godere della giusta visibilità.
Alessandra Congedo
LE AREE DI INTERVENTO
La gravina e il villaggio di Petruscio. L’antico insediamento rupestre medievale è immerso in un habitat naturalistico impreziosito da macchia mediterranea. Scavate nelle pareti, si riconoscono tre chiese e le case grotta posizionate su vari ripiani e collegate tra loro da scalinate ricavate nella roccia. Si tratta di un sito che richiede una cura particolare a causa dei crolli dovuti alle infiltrazioni d’acqua e alle radici degli alberi. Grazie al progetto, sarà possibile la messa in sicurezza degli spalti con passamani e staccionate, il ripristino di sentieri, la pulizia delle case grotta presenti sullo spalto occidentale, la creazione di un percorso botanico. Per il villaggio, considerato tra i più imponenti dell’intero habitat rupestre del Sud Italia, sono previste verifiche archeologiche, video multimediali con ricostruzioni 3D e un’app per i i visitatori.
Il bosco di Sant’Antuono. Si estende tra Mottola e Martina Franca. Sino alla metà del secolo scorso, ospitava attività essenziali per le popolazioni locali, come pascolo, raccolta legna e cibo. Ad oggi, è minacciato da incendi, nonostante rappresenti una risorsa di indubbio valore, grazie anche alla flora e alla fauna che lo caratterizzano.
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