Peoplefor: la valorizzazione delle Gravine passa dai giovani del territorio
TARANTO – Uniti per tutelare, gestire e valorizzare un patrimonio storico e ambientale ricchissimo: il bosco di Sant’Antuono e la gravina di Petruscio. Tre associazioni, giovani professionisti e uno spin off dell’Università di Bari – con i patrocini di Comune di Mottola, Istituto Nazionale di Urbanistica, Puglia Promozione, Touring Club Italiano, CNA Puglia – hanno unito le forze per rendere possibile ciò che nel nostro territorio risulta spesso difficile: fare rete con un approccio serio e propositivo. Sono queste le esperienze che amiamo raccontare su InchiostroVerde.it.
Alla base di tutto c’è il bando ministeriale “Peoplefor” vinto dalle associazioni “Terre Nostre” (capofila), “I Portulani”, WWF Trulli e Gravine e l’Arcogem srl (legata al dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali), costituiti in una Ats. Insieme hanno avviato un percorso virtuoso attraverso cui gettare le basi per un modello di fruizione e gestione sostenibile e partecipata. Dei dettagli del progetto e dei suoi possibili sviluppi si è parlato nel corso della conferenza stampa tenuta questa mattina.
Come sottolineato dal progettista Tommaso Giorgino, l’iniziativa punta in particolare sui giovani: «La loro partecipazione è la chiave per valorizzare il territorio – ha dichiarato – i giovani sono il futuro del Paese ed è giusto che diventino protagonisti e acquisiscano piena consapevolezza dell’importanza di questi beni. Negli anni scorsi, infatti, il bosco di Sant’Antuono era conosciuto solo da una parte della popolazione, quella dai 40 anni in su, ma per i giovani era quasi sconosciuto. Una lacuna che intendiamo colmare anche con questo progetto». L’auspicio è quello di ottenere dei riscontri anche a livello occupazionale attraverso le attività che saranno messe a punto e sviluppate nei prossimi mesi.
Rendere fruibili il bosco e la gravina è il principale obiettivo da perseguire, come ha evidenziato anche la coordinatrice del progetto Carmela D’Auria: «Dal punto di vista della tutela – ha detto – è la Gravina ad avere maggiore bisogno di attenzioni. Lo studio che verrà effettuato dai geologi ci permetterà di elaborare un piano di recupero e di messa in sicurezza di una parte della Gravina e del villaggio rupestre fruita dai visitatori». Un ruolo importante sarà svolto anche dal WWF. “Oltre a studi mirati – ha detto Gianni Grassi – bosco e gravina saranno oggetto di interventi di ripristino, visite tematiche, laboratori, workshop, concorsi fotografici e un musical sul brigantaggi”. Il tutto “senza dimenticare una particolare attenzione al mondo delle scuole”, come sottolineato da Michele Mastromarino, anche lui del WWF.
Soddisfazione è stata espressa dall’assessore a Turismo, Ambiente e Politiche Agricole del Comune di Mottola Arcangelo Montanaro: «Il bando darà la possibilità di avviare una progettualità mirata in quelle che sono considerate tra le aree naturalistiche più importanti di Puglia con i loro 700 ettari di estensione nel territorio di Mottola». Il progetto, finanziato per circa 200mila euro, si è posizionato al 59° posto tra gli 800 presentati in tutta Italia. Il gradimento ricevuto a livello ministeriale fa ben sperare anche per il futuro e nella possibilità di poter raccogliere frutti anche oltre i due anni previsti. Le attività in cantiere potranno essere monitorate da tutti grazie alla creazione di una pagina Facebook e di un sito internet dove verranno divulgate tutte le informazioni utili alla comunità sia dal punto di vista scientifico che dal punto di vista culturale e ambientale. Gli sforzi effettuati, quindi, potranno godere della giusta visibilità.
Alessandra Congedo
LE AREE DI INTERVENTO
La gravina e il villaggio di Petruscio. L’antico insediamento rupestre medievale è immerso in un habitat naturalistico impreziosito da macchia mediterranea. Scavate nelle pareti, si riconoscono tre chiese e le case grotta posizionate su vari ripiani e collegate tra loro da scalinate ricavate nella roccia. Si tratta di un sito che richiede una cura particolare a causa dei crolli dovuti alle infiltrazioni d’acqua e alle radici degli alberi. Grazie al progetto, sarà possibile la messa in sicurezza degli spalti con passamani e staccionate, il ripristino di sentieri, la pulizia delle case grotta presenti sullo spalto occidentale, la creazione di un percorso botanico. Per il villaggio, considerato tra i più imponenti dell’intero habitat rupestre del Sud Italia, sono previste verifiche archeologiche, video multimediali con ricostruzioni 3D e un’app per i i visitatori.
Il bosco di Sant’Antuono. Si estende tra Mottola e Martina Franca. Sino alla metà del secolo scorso, ospitava attività essenziali per le popolazioni locali, come pascolo, raccolta legna e cibo. Ad oggi, è minacciato da incendi, nonostante rappresenti una risorsa di indubbio valore, grazie anche alla flora e alla fauna che lo caratterizzano.