Il Falco pescatore e il Mar Piccolo: una storia da raccontare
TARANTO – Parlare di conservazione della natura in un periodo in cui l’impatto dell’uomo sugli ecosistemi ha raggiunto livelli intollerabili è una necessità inderogabile. E uno degli strumenti più efficaci per la salvaguardia della biodiversità è diffondere la conoscenza. Ogni specie è legata ad un determinato habitat per le sue esigenze vitali e l’habitat non è un concetto astratto ma un luogo fisico, un territorio. Di questi territori, oramai frammentati che circondano le città, pochi sono consapevoli e pochissimi hanno voglia di esplorarli.
A pochi chilometri dall’area urbana di Taranto c’è un luogo che ha tanto da svelare a coloro che ancora non hanno iniziato il percorso della conoscenza. Nello splendido scenario del Mar Piccolo, nel secondo seno e all’interno della Riserva Palude la Vela, immagini e scene emozionanti attirano lo sguardo di chi si avventura. Come in un reportage naturalistico scene di vita animale selvatica, Wilderness direbbero gli inglesi, animano il paesaggio malgrado la presenza umana e le tante problematiche ambientali.
Alzando lo sguardo può capitare di vedere una sagoma che si staglia nel cielo, a volte impegnata nel tipico volo stazionario detto “Spirito Santo”, ferma a mezz’aria tra cielo e mare. Quando le condizioni di luce sono buone, mostra il bianco candore del petto e i colori brunati del dorso. È lui, il maestoso Falco pescatore (Pandion haliaetus) che con i suoi acrobatici voli ci mostra la sua forza, agilità e straordinaria bellezza.
Il nome del genere Pandion deriva dal mitico re greco Pandion di Atene e haliaetus, epiteto specifico, deriva dal greco ἁλιάετος “Aquila che pesca”. Il falco pescatore, l’unico membro della famiglia “Pandionidae”, è una specie subcosmopolita presente in Europa nord-orientale, dai Paesi scandinavi alla Russia, in alcune regioni del Mediterraneo (coste spagnole, Nord Africa, Sicilia, Sardegna e Corsica) ed anche lungo la costa atlantica del Nord America. E’ un bellissimo uccello da preda con apertura alare di 147-170 cm, il cui piumaggio mostra un netto contrasto tra le parti superiori bruno-scure e quelle inferiori candide. La testa è biancastra con leggere striature e lievemente crestata; il suo volo è agile, potente e caratterizzato da battiti alari leggeri e poco profondi alternati a lunghe planate.
Vive in prossimità dell’acqua e frequenta paludi, stagni, fiumi e coste marine; si nutre prevalentemente di pesci di diverse specie, sia d’acqua dolce che d’acqua salata, in particolar modo quelli che vivono in acque superficiali. È un abile cacciatore che osserva in volo la sua preda per poi tuffarsi in acqua. Per fare questo l’evoluzione lo ha fornito di un adattamento: la “zigodattilia”, cioè la disposizione a coppie delle dita delle zampe, due avanti e due dietro, per facilitare la presa delle scivolose prede.
Questa meraviglia della natura frequenta le acque del Mar Piccolo dalla fine di settembre a metà marzo ed all’interno della Riserva Palude La Vela ha scelto diversi posatoi che usa sia per il riposo che per la sosta e l’alimentazione, emozionando gli avventori con le sue attività quotidiane che vanno dal controllo del territorio, cura e pulizia del piumaggio, alla consumazione delle sue prede che con grande abilità si procura nelle acque del Mar piccolo.
In Italia è una specie migratrice regolare ed estivante, pur essendo regolarmente localizzata anche come svernante. Nelle zone umide pugliesi la sua presenza è segnalata come molto scarsa. In Italia, dove non si riproduce più dagli anni ’70, è ritornato a farlo solo nella Maremma Toscana grazie ad un progetto di reintroduzione iniziato nel 2011. La sua presenza, accertata come svernante da alcuni anni, lungo le sponde del Mar piccolo ha un enorme importanza in quanto la popolazione mediterranea di Falco pescatore costituisce un’entità vulnerabile sotto il profilo conservazionistico. Esso è infatti protetto dalla Convenzione di Berna, All. III; Convenzione di Bonn all.II; CITES App I; L.157/92 e dalla DIR. CEE 409/79, All. I meglio conosciuta come Direttiva Uccelli.
Inoltre, come rilevato anche dagli atti dell’ultimo Convegno Nazionale di Ornitologia in cui si sottolinea la vulnerabilità di molte specie di predatori migratori e svernanti come il Falco pescatore, dove esso sverna occorre adottare misure di protezione e tutela del sito. Questo ci dà la misura della valenza che il bacino del Mar Piccolo ha per questa specie, in relazione anche alla funzione ecologica che il Falco pescatore svolge nell’area. Difatti essendo il Falco pescatore un predatore al vertice delle catene alimentari, oltre ad arricchire la biodiversità del luogo, contribuisce con la sua presenza a mantenere quell’equilibrio fondamentale per la salute di un ambiente naturale.
Sono tante le minacce passate e presenti che hanno influito su questa specie. In passato il DDT è stato uno dei suoi più acerrimi nemici in quanto si accumula in notevoli quantità nei pesci (alimento principale del Falco pescatore) incidendo negativamente sulla schiusa delle uova. Oggi si sono aggiunti altri fattori di minaccia come l’alterazione degli habitat, le bonifiche, la caccia e l’inquinamento delle acque. Il Falco pescatore e il Mar Piccolo, una specie e il suo habitat, una storia da raccontare. Ora più che mai la natura sta cercando di conservare i suoi spazi ormai troppo frammentati dalla pressione umana. A noi spetta il compito di far crescere la consapevolezza del valore inestimabile che ricopre la salvaguardia delle diversità biologiche, un’assicurazione per il futuro delle nuove generazioni e per continuare a disporre di un “Capitale naturale” senza il quale non è possibile alcuna vita sul pianeta.
Lilia Candida, divulgatrice WWF Taranto
N.B. Comincia oggi un nuovo viaggio di scoperta della natura e dei suoi straordinari abitanti. A guidarci saranno gli esperti e i volontari del WWF Taranto che cureranno questo spazio. A loro il sentito ringraziamento dello staff di InchiostroVerde.