Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa della Camera di Commercio che questa mattina ha presentato l‘iniziativa #unulivopernatale insieme a Made in Taranto e alla Banca Popolare di Puglia e Basilicata. Previsto anche un concerto in Piazza Immacolata il prossimo 20 dicembre.
Quest’anno il nostro intervento si arricchisce di ulteriore valore, concretizzandosi in due momenti:
il primo riguarda la classica iconografia natalizia: le luminarie che rendono la città più accogliente in un periodo dedicato allo scambio dei doni e quindi con una maggiore predisposizione agli acquisti, un periodo molto atteso soprattutto dal settore del commercio. In questo senso, stiamo collaborando con il programma messo a punto dal Comune di Taranto;
il secondo, invece, è l’iniziativa di questa mattina che nella sua apparente semplicità racchiude vari livelli di lettura. Due spiccano su tutti: difesa e promozione della nostra agricoltura, adozione dell’ulivo come simbolo del Natale. Al centro di tutto, infatti, c’è l’ulivo, questo albero che è un patrimonio della nostra terra, un’eccellenza delle nostre produzioni agricole e agroindustriali, una grande risorsa da valorizzare ancora di più. Questa è la mission della Camera di commercio e ci fa piacere aver trovato corrispondenza nell’iniziativa di un’associazione non profit che opera con finalità sociali.
Non è casuale la presenza, questa mattina, dei rappresentati delle Associazioni delle categorie agricole. E’ un segnale di attenzione e di fiducia. L’olio extravergine d’oliva pugliese qualitativamente è tra i migliori del mondo e nel mondo c’è sempre maggiore richiesta di questo favoloso prodotto: negli ultimi venti anni il consumo di olio d’oliva è aumentato del 50%. Mettere l’ulivo al centro di un’iniziativa natalizia è anche un modo per dare nuovo slancio al tema delle produzioni olivicole che sono il cuore della nostra agricoltura e possono diventare il perno di un nuovo modello di sviluppo che affonda le sue radici nella parte più vera e profonda della nostra identità. L’ulivo è tradizione e modernità, passato e futuro.
L’olio d’oliva è l’ingrediente principale della nostra cultura del cibo, di quella dieta mediterranea che è diventata patrimonio immateriale dell’Unesco, che è garanzia di qualità e di genuinità in tutto il mondo. L’ulivo è il simbolo della Puglia, patrimonio della nostra regione, del Mezzogiorno, dell’intero bacino del Mediterraneo. Gli ulivi, quindi, vengono adottati da commercianti, artigiani, imprenditori, semplici cittadini, addobbati per il periodo natalizio e poi restituiti alla collettività con l’intento di arricchire il patrimonio verde di una città che, come sappiamo, ha significativi problemi di natura ambientale. Trenta, cinquanta, cento alberi in più non risolveranno la questione, ma innescano un circolo virtuoso di comportamenti, di rispetto del bene pubblico, di riutilizzo delle risorse, di civiltà. Quello che arriva dagli imprenditori che aderiscono all’iniziativa è un messaggio sociale forte: il loro intento è sicuramente quello di celebrare le festività natalizie, ma anche rendere più vivibile la nostra città donando al Comune le piante di ulivo per rinfoltire aiuole e giardini.
Da un lato, quindi, l’attenzione alle produzioni agricole e alla loro spinta propulsiva e innovativa in chiave economica, dall’altro l’attenzione ai temi dell’ambiente. Entrambe hanno come denominatore comune la sostenibilità. Il tema dell’alimentazione è stato al centro di Expo 2015 e da due giorni a Parigi si celebra la conferenza internazionale sui cambiamenti climatici. La Terra è l’unico pianeta che abbiamo e dobbiamo tutelarla. In questo senso anche l’agricoltura svolge un ruolo importantissimo perché le sfide della competizione e della qualità si vincono con sistemi di produzione sostenibili, con la tracciabilità dei prodotti, con le filiere corte. Infine, ma non per ultimo, voglio soffermarmi sull’ulivo come albero del Natale. L’ulivo è un simbolo universale di pace e di fratellanza in aderenza al significato più vero e profondo della natività cristiana. Siamo, quindi, in perfetta sintonia e, anzi, auspico che da Taranto possa cominciare un nuovo modo di approcciarsi al Natale con una consapevolezza più genuina ed autentica.
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