Ilva, TarantoRespira: “Basta chimere”
Riceviamo e pubblichiamo nota stampa a firma di Vittoria Orlando e Giovanni Carbotti, co-portavoce Movimento civico “TarantoRespira”.
A quali chimere faranno ricorso, quali sogni impossibili proporranno, con quali nuove distrazioni e manipolazioni mistificheranno la realtà i cantori del partito trasversale delle false speranze, quelli della “ambientalizzazione e modernizzazione”, della salvaguardia di tutti i posti di lavoro, del futuro fulgido dell’acciaio? Ci siamo quasi assuefatti alle dinamiche che spingono gli appartenenti a tutti i poteri locali, regionali, statali, sindacali e ancora gli pseudo intellettuali, i professori universitari prestati al giornalismo, i mass- media a plaudire in maniera codina all’operato di un Governo che, ancora oggi, lascia intravvedere l’Eldorado nella conservazione e prosecuzione della vecchia e fallimentare politica industriale.
Oggi, però, rimaniamo basiti nel leggere dichiarazioni di associazioni nazionali ambientaliste che affermano di aver ricevuto una doccia fredda per il mancato rientro dei capitali sequestrati ai Riva. Davvero credevano che l’AIA si potesse attuare basandosi su un ipotetico rientro di fondi, già di per sé insufficienti per una concreta messa a norma dello stabilimento? Davvero si poteva pensare che i Riva non si opponessero all’azione dell’autorità giudiziaria e accettassero l’esproprio senza battere ciglio? E quanti occhi sono stati chiusi per non vedere che nel frattempo in tutti questi anni, mentre con otto decreti si ostacolava l’azione dei magistrati tarantini, la famiglia Riva ha avuto tutto il tempo di prosciugare la cassaforte dell’ILVA, trasferendone le risorse a una miriade di società finanziarie e industriali?
Noi, di volta in volta definiti Cassandre, avvoltoi, membri del clan di Topolino, oggi non gioiamo per l’avverarsi delle nostre più cupe previsioni ma certamente non nutriamo alcuna speranza nel futuro di questa città, quella speranza che ogni volta evoca anche il nostro Vescovo: “Guai a perdere la speranza!”, ma aggiunge pure: ”guai a coloro che possono e non fanno”. Non ci sarà alcuna speranza finché continuerà lo scempio della grande industria con la connivenza e il silenzio complice di chi era stato messo a baluardo della legalità, della salute, della dignità e della democrazia di questa città. Non ci sarà alcuna speranza finché i nostri concittadini continueranno a credere alle promesse dei tanti falsi profeti, non ci sarà alcuna speranza finché si penserà al salvataggio dell’ILVA, mentre i tarantini e in particolare i nostri bambini continueranno a morire.