Ilva, Taranto Respira: “Con gli operai muore anche un pezzo di democrazia”
Riceviamo e pubblichiamo nota stampa a firma di Vittoria Orlando e Nino Carbotti, co-portavoce del Movimento civico “ Taranto Respira”.
Avevamo deciso di rispettare con il silenzio il dolore per la morte di Cosimo Martucci, una delle ormai troppe vittime sacrificali della nostra città ma parole di cordoglio, frasi trite e ritrite come giovani vite spezzate, padri di famiglia sottratti ai figli, indignazione da parte di chi, in tutti questi anni ha parlato solo di PIL, di interesse nazionale , di produzione, di lavoro senza pensare agli enormi costi per tutta la comunità in termine di salute, di morte, di perdita di dignità, non possono essere più ascoltate. Come Movimento civico “ Taranto Respira”, crediamo fermamente che ogni qualvolta un lavoratore muore per mancanza di sicurezza sul posto di lavoro, è un altro pezzo di democrazia che viene ucciso insieme a lui.
Negli ultimi cinquant’anni della nostra storia cittadina si è dato sempre più spazio alla libertà imprenditoriale in un’ottica di bieco sfruttamento e ricatto, in netto contrasto con i dettami della nostra Costituzione (art.41 co.2)e con i più basilari principi di etica e giustizia sociale. trascurando in toto tutte le misure necessarie per salvaguardare la sicurezza, la dignità, l’integrità psicofisica del lavoratore. Tutto ciò senza considerare che il miglioramento costante della professionalità e delle condizioni del lavoratore costituisce la prima e indispensabile condizione per lo sviluppo e la modernizzazione delle nostre imprese.
Concetti troppo alti per una classe politico-amministrativa, che preferisce prostrarsi alle ragioni dei più forti abbandonando ad un destino ormai ben delineato i propri figli. Concetti troppo moderni per un sindacato che è diventato la parodia di se stesso e preferisce non rendersi autonomo dalla politica pur di mantenere quasi intatto il numero delle tessere. Qui non stiamo polemizzando su grande industria o su questioni ideologiche ma mettiamo in seria discussione l’esistenza e l’utilità di questa classe politica e del sindacato che, da copione, hanno proclamato uno sciopero e il lutto cittadino. E così avanti fino al prossimo mortale e prevedibile incidente.