Oltre le nubi la speranza di Taranto
TARANTO – Oltre le nubi è un cortometraggio che nella velocità della trama impone allo stesso tempo una lenta e intima riflessione allo spettatore. Ogni scena, ogni frame è una frustata sul presente e un affondo nella memoria, seppur recente, di una città che di fronte alle perizie, agli studi epidemiologici, ai sequestri dei reparti fonti di malattia e morte secondo i magistrati di Taranto, prende coscienza brutalmente del danno che stava subendo.
L’inquinamento aveva un nome e un cognome, era scritto nero su bianco nelle carte della procura, stava compromettendo col tempo e nel silenzio la salute di tutti. Dei bambini, delle mamme, degli operai. Di amici, parenti, vicini. Aveva un nome e un cognome, come ogni vittima sotto queste nubi. Ecco salire, dunque, l’ansia, la paura. Fragili e vulnerabili e certo impotenti sotto le ciminiere che quasi toccano le nubi. Nudi, spogliati dei diritti e traditi da chi doveva garantirli.
Quella sensazione di vuoto è la stessa che finisce per inghiottire il pubblico mentre sullo schermo scorrono appena le prime immagini: una videocamera, uno zaino, le maschere antigas, un uomo, una donna e poi l’inferno. Oltre le nubi è subito un pezzo di realtà sbattuto in faccia, senza filtri: chi la conosce e la vive quotidianamente si ritrova assalito dalla stessa angoscia che sembrava essersi colpevolmente quietata negli anni dopo una valanga di carte, decreti, parole.
Chi, al contrario, non la conosce da vicino quasi trattiene il respiro quando si ritrova trasportato ai piedi della fabbrica d’acciaio sotto una coltre di fumo e polvere. Comincia così “Oltre le nubi”, il lavoro prodotto dal Fondo Antidiossina Onlus (già premiato alla 72esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia con un riconoscimento speciale della Green Cross) che ha riempito in ogni ordine di posto il Teatro Orfeo di Taranto per la prima nazionale. La regia di Marcella Mitaritonna che ha curato anche la sceneggiatura insieme alla giornalista Annagrazia Angolano e a Fabio Matacchiera, ha raccontato con molta efficacia il dramma sociale e sanitario tra i due mari. Senza dimenticare la direzione fotografica firmata dal maestro Blasco Giurato, premio Oscar per “Nuovo Cinema Paradiso”.
La storia è quella dell’ambientalista tarantino Fabio Matacchiera e della battaglia per la difesa dell’ambiente che da più di vent’anni lo vede protagonista. Le sue riprese, le sue foto consegnate nelle mani dei carabinieri del Noe sono diventate prove per le indagini che hanno inchiodato l’Ilva dei Riva. Video registrati in piena notte con l’obiettivo puntato sulle acciaierie, fiammate che squarciano il cielo, nubi che si colorano di rosso, la cappa di veleni che si sposta sul quartiere Tamburi.
Oltre le nubi racconta tutto questo con Fabio Matacchiera, interprete di se stesso, affiancato nelle sue operazioni di raccolta di materiale probatorio da due amiche attiviste, le attrici Anna Rita Del Piano ed Elisa Tugliani. Il personaggio della Tugliani, Martina, sposta l’attenzione su un altro elemento della narrazione: la malattia. I colpi di tosse, gli accertamenti, l’epilogo crudele e quasi scontato. In quel momento c’è di nuovo angoscia ma c’è anche rabbia. Non basta il mare a calmare quella rabbia. È la stessa rabbia dei giovani studenti che chiedono al loro professore di continuare nella lotta sulla strada che porta alla giustizia. Però c’è la speranza che aiuta a riprendere fiato dopo l’apnea dell’inferno e della malattia. È proprio lì, oltre le nubi.
Nicola Sammali per InchiostroVerde
I VIDEO DELLA SERATA
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