Ilva, Slai Cobas: raccolta firme tra operai contro Newco
TARANTO – Non piace allo Slai Cobas la Newco per l’Ilva. Per questo ha deciso di lanciare una raccolta firme tra gli operai che inizierà il prossimo 11 novembre. “La Newco verrà ancora una volta pagata dallo Stato, cioè dai contribuenti, compresi evidentemente gli stessi lavoratori – dichiara lo Slai Cobas – infatti la nuova società sarà costituita da capitali pubblici e privati”. Aggiunge lo Slai Cobas: “Si dice che la nuova società amministrerà l’Ilva per 24-36 mesi. Ma in questi due o tre anni l’Ilva dovrebbe: completare il risanamento ambientale, chiudere la partita dei lavori dell’autorizzazione Aia, e quindi riprendere la produzione con un portafogli clienti che ritorni a puntare sull’acciaio italiano, risolvendo il grosso indebitamento che fa perdere oggi 50 mln al mese. Ma per tutto questo i soldi sarebbero sempre e solo i famosi 1,2 miliardi dei Riva che stanno sempre nella cassaforte svizzera. Quindi, in realtà, non ci sono. Gli 800 milioni dati dal governo sono solo un prestito, su garanzia dello Stato, ma che poi dovrà restituire”. Infine, afferma il sindacato di base: “Una volta costituita, la Newco riceverà in affitto gli impianti industriali con cessione di ramo, per cui il core business sarà pulito dall’indebitamento finanziario. Questa è la parte più pericolosa per gli operai. Più volte in passato quando si è parlato della Newco si è parlato contemporaneamente di una Bad company: vale a dire una società in cui accollare tutti i debiti, i risarcimenti, e gli esuberi di operai. E su questi tagli di posti di lavoro, le cifre oscillano tra i 4000 e i 5000 esuberi”.