Il nuovo studio EUROCARE-5 rivela che in Europa la sopravvivenza aumenta di più per la leucemia mieloide cronica e per i tumori della prostata e del retto. Le differenze più grandi tra Paesi si registrano per le leucemie e i linfomi.
“Questo studio, che ha riguardato oltre 10 milioni di pazienti adulti in 30 Paesi Europei, ci dice che la sopravvivenza dei tumori continua a migliorare – afferma Walter Ricciardi, presidente dell’ISS – Anche in Italia sono stati compiuti passi davvero significativi. Tuttavia persistono diseguaglianze e criticità su cui è necessario intervenire per migliorare la performance dei sistemi sanitari. Diagnosi precoce, qualità e appropriatezza dei trattamenti sono sicuramente determinanti, ma anche la biologia dei tumori, l’intensità diagnostica, gli stili di vita e i fattori socio-economici influenzano la prognosi dei tumori. Questi dati ci dicono anche quanto sia importante rafforzare la rete epidemiologica per raccogliere informazioni su tutti questi fattori e tentare di ridurre le diseguaglianze nelle diverse aree europee e nelle diverse regioni italiane”.
Lo studio EUROCARE-5 copre mediamente il 50% della popolazione Europea. Sono stati analizzati i dati di oltre 10 milioni di pazienti adulti diagnosticati per 40 diversi tipi di tumore nel periodo 1995-2007 e seguiti fino al 2008.
Lo studio rivela che la percentuale di pazienti oncologici che sopravvivono 5 anni dopo la diagnosi, pur essendo migliorata rispetto alla fine degli anni novanta, è ancora molto variabile tra Paesi Europei. Le differenze sono più accentuate per i tumori ematologici, per i quali ci sono stati importanti avanzamenti terapeutici nel corso degli anni 2000.
In generale, nel periodo considerato, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi aumenta costantemente in tutte le regioni Europee per la maggior parte dei 40 tipi di tumore esaminati, e aumenta in modo particolare nei paesi dell’Est Europa, che sono in genere i più svantaggiati. Tuttavia le differenze tra Paesi permangono e il divario maggiore si osserva proprio per le patologie interessate da notevoli progressi terapeutici, come le leucemie mieloidi croniche, i linfomi non Hodgkin e due suoi sottotipi (linfomi follicolari e linfomi diffusi a grandi cellule B).
In Italia la sopravvivenza per i tumori ematologici è generalmente in linea con il valore medio Europeo in particolare per i linfomi di Hodgkin (82% contro 81%) e non Hodgkin (62% contro 60%), per le leucemie mieloidi croniche (53%) e acute (16% contro 17%). La sopravvivenza dei pazienti italiani affetti da mieloma multiplo è invece significativamente più elevata della media (46% contro 39%). In Italia ci sono margini di miglioramento rispetto ai paesi del Centro-Nord Europa, in particolare per i linfomi follicolari (72% contro 75% ), linfoma diffuso a grandi cellule B (50 contro 60%), leucemia/linfoma linfoblastico (38% contro 44%) e leucemia mieloide cronica (53% contro 58%).
“La sopravvivenza media a 5 anni per la leucemia mieloide cronica è del 53% in Europa – sottolinea la dott.ssa Roberta De Angelis del Centro Nazionale di Epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità, autrice dello studio sui tumori ematologici – ma presenta la più grande variabilità geografica, da un minimo di 33% nei paesi dell’Est, fino a valori che oscillano tra 51 e 58% nel resto d’Europa. Le differenze tra paesi sono ancora più ampie con valori intorno al 65-70% in Francia, Svezia e Scozia e molto al di sotto della media regionale in Lettonia (22%)”.
Tra le nuove analisi riportate nella monografia EUROCARE-5 su European Journal of Cancer c’è la comparazione della sopravvivenza per il complesso di tutti i tumori in Europa. La stima è stata aggiustata per età e per tipologia di tumore (case-mix), per tenere conto della diversa incidenza per Paese dei vari tipi di tumore.
“Questa analisi ha mostrato che i Paesi dell’Est, la Danimarca e UK hanno i valori di sopravvivenza più bassi del resto d’Europa – dice il Dott. Paolo Baili dell’Istituto Tumori di Milano, autore dello studio – La sopravvivenza per tumore è più elevata nei paesi del Nord (59.6%) e Centro Europa (58%), intermedia nel Sud Europa (54.3%) e in Irlanda e UK (50%), e ai livelli più bassi nell’Est Europa (45%). La sopravvivenza è correlata con la spesa sanitaria nazionale totale e i maggiori incrementi di sopravvivenza si sono registrati nei paesi dove la spesa è aumentata maggiormente. Danimarca e UK continuano ad avere livelli di sopravvivenza per tumore più bassi di quanto atteso in relazione alla loro spesa sanitaria”.
Il programma di ricerca EUROCARE è coordinato da un consorzio tutto Italiano (Istituto Superiore di Sanità e Fondazione IRCSS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano) e vede la partecipazione di una rete di oltre 110 registri tumore di popolazione Europei. I registri tumore Italiani (rete AIRTUM) che hanno partecipato allo studio coprono circa il 35% della popolazione Italiana e sono prevalentemente dislocati nel Nord del Paese.
Principali risultati per specifici tumori:
Tra il 2000 e il 2007 gli incrementi maggiori di sopravvivenza si sono osservati per la leucemia mieloide cronica (da 32% a 54%), per il tumore della prostata (da 73% a 82%) e del retto (da 52% a 58%).
Per i tumori a miglior prognosi la sopravvivenza media europea a 5 anni è di:
82% per il tumore della mammella (da un minimo di 74% in Est Europa fino a 85% nei paesi del Nord Europa)
57% per il tumore del colon (49% nell’Est e 61 nel Centro Europa)
56% per il tumore del retto (45% nell’Est e 60% nel Centro)
83% per il melanoma cutaneo (74% nell’Est e 88% nel Nord Europa)
83% per il tumore della prostata (72% nell’Est e 88% in Europa Centrale).
Per i tumori a prognosi peggiore le differenze geografiche sono più limitate. Il tumore del polmone ha una prognosi a 5 anni pari al 13% nella media Europea (9% in Irlanda e UK, 15% nel Centro Europa); il tumore dell’ovaio oscilla tra 31% in Irlanda e UK e 41% nel Nord Europa (38% la media Europea);la sopravvivenza media in Europa è del 25% per il tumore dello stomaco (17% in Irlanda e UK e 30% nel Sud Europa), 12% per il tumore dell’esofago (8% nell’Est e 15% nel Centro) e 20% per i tumori cerebrali (18% in Irlanda e UK e 24% nel Nord Europa).
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