Ilva, Vendola: “Chi ha guardato da un’altra parte non ne risponde in tribunale”
“La diossina non e’ mica un prodotto pugliese, come le orecchiette, riguarda anche altri presidenti di regione. Noi abbiamo fatto le leggi, ci abbiamo provato, altri, che hanno guardato da un’altra parte, non ne devono rispondere in tribunale”. E’ lo sfogo dell’ex presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, nel corso di un videoforum trasmesso su Repubblica.it, a proposito del suo coinvolgimento nel processo “Ambiente svenduto” sull’inquinamento Ilva. Ed ha aggiunto: “Non vorrei che fosse introdotto il reato di riformismo”. E forse non ha tutti torti nel tirare in ballo coloro che invece sono rimasti immuni dal vortice giudiziario, solo perché si sono trovati ad amministrare la Regione ed altri enti, in anni antecedenti a quando sono iniziate le indagini della Procura ionica.
“Sarei il corrotto più cretino del mondo, visto che non sono mai stato accusato di aver messo da parte un euro – ha dichiarato facendo riferimento anche alle intercettazioni telefoniche che lo vedono protagonista di una conversazione con Girolamo Archinà, ex addetto alle pubbliche relazioni dell’Ilva – stare sul crinale di diritto al lavoro e diritto all’ambiente, non è facile. Quando c’è di mezzo il licenziamento di 800 persone e contemporaneamente devi trattare affinché Ilva acquisisca le centraline per il monitoraggio diagnostico, può una tonalità risucchiare il senso di tutta una vita, 44 anni di militanza politica spesa sulle trincee dei diritti delle persone? Bisognerebbe avere cautela e prudenza nel giudicare una biografia e nel liquidarla così”.