Ilva, giudice dispone sequestro conservativo dei beni di 15 ex dirigenti
TARANTO – Il gip di Taranto Vilma Gilli ha disposto il sequestro conservativo dei beni (87 proprietà) riconducibili a 15 ex dirigenti dell’Ilva, 10 dei quali sono imputati nel processo per il presunto disastro ambientale provocato dal Siderurgico. La notizia è riportata sull’edizione di oggi del Nuovo Quotidiano di Puglia. A rivalersi nei confronti degli ex dirigenti Ilva sono stati Angelo, Vincenzo e Vittorio Fornaro, titolari della masseria Carmine, che ha subito l’abbattimento dei capi di bestiame a causa dei veleni prodotti dall’Acciaieria. L’ordinanza di sequestro conservativo, secondo il Quotidiano, riguarda beni nella disponibilità di Nicola Riva, Fabio Arturo Riva, Giuseppe Casartelli, Cesare Corti, Girolamo Archinà, Francesco Perli, Salvatore D’Alò, Salvatore De Felice, Ivan Di Maggio, Bruno Ferrante, Angelo cavallo, Adolfo Buffo, Alfredo Ceriani, Giovanni Rebaioli e Lorenzo Liberti. Il processo chiamato ‘Ambiente svendutò inizierà il 20 ottobre prossimo. Il gip Gilli, nell’ordinanza, ricorda come, essendo stata disposta in fase di udienza preliminare l’esclusione di Ilva spa, Riva Fire e Riva Forni elettrici dalla responsabilità civile, la parte lesa «non può che trovare soddisfazione del proprio credito nei patrimoni personali degli imputati, in caso di condanna». Gli imputati, per la parte che compete loro, sono stati nominati custodi giudiziari dei rispettivi immobili. Ventinove delle proprietà individuate sono nella disponibilità dei fratelli Nicola e Fabio Arturo Riva. (ANSA)
INTERESSATE 29 UNITA’ IMMOBILIARI DERI RIVA – Dall’articolo di Lino Campicelli (Nuovo Quotidiano di Puglia) emerge che sono in totale 29 le unità immobiliari di proprietà di Nicola e Fabio Arturo Riva interessate dal provvedimento di sequestro conservativo. Sono 11 quelle di disponibilità di Bruno Ferrante, sei di Ceriani, sette di Casartelli, dieci di Ribaioli, due di Buffo, Archinà e Liberti, mentre una sola proprietà a Milano sarebbe nella disponibilità dell’avvocato Perli. L’ordinanza coinvolge beni situati a San Giorgio Jonico, Faggiano, Mondovì, Taranto, Lecce e Bari, ma le proprietà colpite sono situate anche a Milano, Varese, Macerata e Porto Recanati. Gli immobili interessati sono sotto forma di unità abitative, terreni, locali e depositi per un valore complessivo di alcuni milioni di euro.