Il
18 settembre in concomitanza con la
Conferenza delle Regioni del Sud sul tema delle trivellazioni, a cui hanno partecipato i Presidenti di Regione Puglia, Basilicata, Calabria, Marche, Molise e Abruzzo presso la Fiera del Levante di Bari, si è svolta fuori dalla stessa Fiera la
manifestazione interregionale #18S_NOTRIV, promossa da comitati e associazioni notriv che, nei giorni precedenti, in vista dell’evento, avevano sottoscritto una
piattaforma comune.
Al presidio, che sin dalla mattina Prefetto e forze dell’ordine avevano tentato di tenere relegato su un marciapiede lontano dall’ingresso della Fiera, hanno preso parte circa 300 esponenti di realtà provenienti da Puglia, Basilicata e Calabria.
Nonostante l’implacabile calura, la manifestazione, vivace e colorata che ha visto la partecipazione di un simpaticissimo “servizio d’ordine” di clown army, si è spostata, con striscioni, bandiere, altoparlanti, verso l’ingresso della Fiera, ignara dello schieramento in assetto offensivo della polizia. Mantenendo una costante attività di trattativa, la manifestazione ha insistito per poter delegare almeno due portavoce per ognuna delle regioni presenti, riuscendo alla fine però ad esprimerne tre, ottenendo in questo modo un canale di rappresentanza diretto del presidio.
I
delegati di Puglia, Basilicata e Calabria hanno partecipato,
assieme a Carmela La Padula, referente del
Coordinamento Nazionale NoTriv, al vertice e alla successiva conferenza stampa. Hanno preso la parola davanti a tutti i delegati delle associazioni – Greenpeace, WWF, Legambiente – e comitati pugliesi già presenti in sala, e alla stampa locale e nazionale,
spiegando le ragioni del presidio. L’
obiettivo che ci si era posti è stato
raggiunto, ovvero consegnare alle istituzioni presenti i
documenti redatti dalle realtà territoriali delle varie regioni presenti e non: la piattaforma della manifestazione, sottoscritta da
64 realtà;
le richieste del Coordinamento NoTriv Terra di Bari, già protocollate presso la Regione Puglia il 25 agosto scorso; gli appelli del
Coordinamento NoTriv Basilicata e del
Comitato popolare NoTriv Licata.
Al termine del presidio e dell’incontro con i Presidenti di Regione, si è tenuto all’esterno della Fiera del Levante un momento organizzativo e di riflessione che ha permesso di arrivare ad alcune conclusioni e proposte. Tutti i partecipanti hanno valutato positivamente il fatto che 9 regioni (ad oggi siamo già a 12 e la Basilicata ha già deliberato) abbiano finalmente calendarizzato, a seguito delle tante mobilitazioni sviluppatesi sul territorio nazionale, la votazione nei rispettivi consigli regionalidelle delibere per la richiesta di consultazione referendaria per abrogare l’art.35 del “Decreto Sviluppo” e alcune parti dell’art.38 dello “Sblocca Italia”. Sottolineando, però, la preoccupazione per la posizione del Presidente della Regione Calabria che, avendo stabilito il proprio Consiglio Regionale in data 28 settembre e, nonostante l’apertura durante la conferenza ad anticipare lo stesso, sembra non aver compreso appieno i tempi e le prassi procedurali.
Ora più che mai quindi, si evidenzia la necessità di
mantenere alta l’attenzione lanciando
presidi fuori dai consigli regionali, calendarizzati e non, per blindare politicamente la delibera. Si è inoltre convenuti sul fatto che
la nostra azione politica non possa e non debba in nessun caso
appiattirsi sui referendum, ma che si debba continuare con determinazione ad
allargare e a rafforzare una rete interregionale inclusiva, che sappia ancor più radicare il riconoscimento sul territorio delle
assemblee aperte e costruite dal basso, quali
luoghi di confronto e di decisione strategica, in grado di rilanciare e connettere le innumerevoli vertenze territoriali.
Infatti, la stessa piattaforma della manifestazione non rivendicava solo la necessità dei referendum e delle consultazioni transfrontaliere con gli altri Paesi del Mediterraneo, ma constava anche di altri punti fondamentali: la tutela e la valorizzazione dell’acqua, dell’agricoltura, della pesca, del turismo, e della salute delle popolazioni, iniziando daicontrolli sulle acque dell’invaso del Pertusillo; il blocco dell’ampliamento della raffineria dell’Eni di Taranto in cui viene stoccato il greggio di Tempa Rossa; la presenza delle cosiddette“navi dei veleni” nell’area ionica calabrese.
Un’altra considerazione va fatta, invece, sul tentativo da parte dei Presidenti di Regione di purificare questa importante calendarizzazione di ogni legittimità politica e di ogni significato oppositivo nei confronti dell’attuale Governo Renzi, di fatto il titolare dell’ansia distruttrice e di accreditamento lobbistico, svelata attraverso le varie autorizzazioni a procedere con le attività di ricerca e prospezione. Ci sembra, infatti, ipocrita e strumentale l’atteggiamento di chi riconosce il problema, si impegna per arginarlo ma non individua i responsabili di questa scelta anacronistica e priva di ogni rispetto dei territori, delle loro peculiarità e dei loro diritti a scegliere il modello più congeniale di sviluppo.
Il risultato politico della giornata del 18 Settembre alla Fiera del Levante è di certo di rilevante spessore, foriero di possibili cambiamenti non solo nelle strategie di comunicazione mediatica, ma riguardanti il riconoscimento oggettivo dell’azione propositiva dei movimenti, che sul terreno dei beni comuni hanno saputo aprire nel nostro Paese, nell’ultimo decennio, uno spazio di ricomposizione sociale ineludibile che in questo momento deve sapersi dotare di una capacità programmatica matura in grado di indicare una concreta prospettiva di transizione a modelli cooperativi e decentrati di produzione e di gestione dell’energia necessaria da rinnovabile pulito.
Si tratta di una sfida di alto profilo, che non ha nulla a che vedere con le valutazioni di merito (che pur devono essere approfondite e mai abbandonate!) degli opportunismi, delle ipocrisie politiciste, tipiche dei voltagabbana carrieristi di partito. A Bari è venuto a compimento un fatto di portata storica nel nostro Paese. Non dobbiamo sottovalutare che ciò accade in un contesto di cortocircuito tra decisionalità e decisionismo; tra crisi e liberismo; tra cancellazione delle prerogative costituzionali e centralizzazione autoritaria dei poteri statali nelle mani di uno spregiudicato esecutivo. Dovremo decidere quale piattaforma e quali strategie adottare, considerando che non ci troviamo certo a dover affrontare, nei prossimi mesi e nei prossimi anni a venire, questioni di tipo “soltanto” ambientale.
Dopo il 30 settembre quindi, al netto delle delibere e del deposito dei quesiti referendari da parte delle rispettive Regioni, le varie realtà e associazioni e singoli che sostengono e hanno sostenuto la proposta referendaria del Coordinamento Nazionale No Triv, si sono autoconvocate, in data e luogo da stabilirsi, in un’assemblea interregionale. Anzitutto, per valutare quanto accaduto, i possibili tentativi di “aggiramento” sempre in agguato da parte di una compagine politica adusa al rovescio ed ai doppiogiochismi; nonché per approntare e rafforzare un percorso a medio e lungo periodo congiunto e partecipato. Si è pensato ad un luogo che sia contemporaneamente il più baricentrico possibile e, soprattutto, emblematico degli attuali sviluppi della vicenda estrattiva.
Assemblea mobilitazione #18S_NOTRIV