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Taranto si mobilità per non perdere l’Autorità Portuale

Contro il rischio di perdere l’Autorità portuale, Taranto si mobilita e si appella al ministro delle Infrastrutture e trasporti, Graziano Delrio. Scendono in campo il sindaco, Ezio Stefano, Confindustria Taranto, i sindacati, i parlamentari. La Puglia, al momento, ha quattro Autorità portuali: Taranto, Bari, Brindisi e Manfredonia. Con la riforma approvata dal Consiglio dei ministri e dal Parlamento nelle scorse settimane, è previsto un drastico taglio del numero delle Authority e la Puglia scenderà da quattro ad una. Che potrebbe essere insediata a Bari. Il Cdm deve adesso dire l’ultima parola sulla riforma. È atteso il varo di un decreto legislativo che dirà quante saranno e soprattutto dove saranno le nuove Authority.

«Forti della preoccupazione che Taranto potrebbe perdere la propria Autorità portuale, registrando così un ulteriore impoverimento del suo ruolo e delle sue potenzialità- scrive il sindaco di Taranto, Ezio Stefano – non possiamo che sostenere la rivendicazione della posizione strategica del suo porto evidenziando che nonostante il transitorio calo dei traffici dovuti al sequestro Ilva, alle opere strategiche in corso di realizzazione, tra le quali il consolidamento-adeguamento del terminal container, è storicamente tra i primi porti nazionali per traffico di merce». «In proposito – rileva ancora il sindaco di Taranto – è sufficiente verificare le statistiche relative alle attività nei porti di Bari, Brindisi e Taranto negli ultimi dieci anni e queste statistiche ci dicono dell’enorme divario del traffico delle merci e delle movimentazioni finanziarie dei porti, con dati che attestano la posizione di vertice del porto di Taranto rispetto a quelli di Bari e Brindisi».

Per il sindaco del capoluogo jonico «è del tutto evidente che Taranto, al di là di eventuali attenzioni attese dal territorio ed a Lei ben note, deve necessariamente considerarsi la localizzazione più logica ed in linea con i princìpi comunitari, nazionali e regionali per la sede dell’ Adsp della Puglia, anche in considerazione degli importanti investimenti nel potenziamento delle infrastrutture portuali, logistiche ed intermodali voluti dal Governo». «Non è possibile -sottolinea a sua volta il presidente di Confindustria Taranto, Vincenzo Cesareo – che da un lato il Governo e il Parlamento, con le leggi, gli accordi e gli impegni, dicano che il porto è centrale nel rilancio dello sviluppo economico di Taranto ed è una delle prospettive di crescita, eppoi tolga a Taranto la sede dell’Autorità portuale. Sarebbe un’inspiegabile contraddizione».

«Quella di Taranto – spiega Cesareo – non è una rivendicazione basata sul campanilismo. Ci sono invece una serie di dati oggettivi e sono, nell’ordine, il ruolo di Taranto all’interno dei grandi corridoi di trasporto europei, la scelta del Governo, risalente peraltro ad anni fa, di considerarlo porto hub del Mediterraneo, gli investimenti in corso per adeguare il terminal container sinora usato dalla società Tct e che adesso deve essere rilanciato sul mercato con un nuovo investitore, infine il completamento delle prime opere della piattaforma logistica». Per Cesareo, «se si investe tanto sul porto di Taranto, è perché lo si crede davvero un’opportunità. E allora adesso bisogna essere coerenti con questo principio e soprattutto con gli ingenti investimenti in corso sia da parte pubblica che privata». «Ma anche a vedere i dati di traffico, pur in presenza di un contesto di crisi, notiamo che Taranto è comunque il porto leader della Puglia» annota ancora il presidente di Confindustria Taranto. Stessa opinione manifestano anche i segretari provinciali di Cisl, Daniela Fumarola, e Uil, Giancarlo Turi. Quest’ultimo sindacato ha programmato per domani un’iniziativa specifica sul porto di Taranto presente il segretario generale della Uil trasporti Claudio Tarlazzi.

Fonte: themeditelegraph.it

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