TARANTO – Complessivamente sono 104 i casi di operai dell’Arsenale della Marina militare di Taranto e marinai deceduti o ammalati a causa dell’esposizione all’amianto segnalati dall’associazione Contramianto alla Procura di Padova, che ha la competenza nazionale per le indagini in Marina Militare. Lo denuncia il presidente della Onlus, Luciano Carleo, precisando che «ora spetterà alla magistratura valutare i successivi adempimenti giudiziari ed accertare le possibili responsabilità penali per quelle morti e per quei malati, vittime dell’amianto killer nella Marina Militare, che chiedono giustizia». Per loro «è stato possibile – spiega Carleo – ricostruire completamente una storia lavorativa e sanitaria dettagliata. Le ultime morti per mesotelioma sono quelle di un sottufficiale di Marina, motorista navale, passato poi all’impiego civile, e di un operaio dell’Arsenale di Taranto, tornitore, casi seguiti da Contramianto che assiste le famiglie delle vittime». L’associazione ha presentato un dossier relativo all’esposizione alle polveri cancerogene a bordo del naviglio militare e nelle Officine dell’Arsenale tarantino. «Una lista di molte pagine – conclude Carleo – quella di Contramianto, un lungo elenco di nomi di vittime dell’amianto killer nella Marina Militare, marinai ed operai ammalati e morti lavorando a bordo di navi e negli Arsenali. Chiediamo che si apra al più presto un processo penale che faccia giustizia e che chiariscano finalmente eventuali responsabilità e colpe non solo dovute alla Marina Militare ma anche dei Cantieri Navali che quelle navi imbottite di amianto hanno costruito e di quella parte di cantieristica navale nazionale e locale che ha contribuito alle manutenzioni navali».(ANSA)