Etica e ambiente, Arpa Puglia presenta “Nemico del Popolo”, opera teatrale di Ibsen
L’opera teatrale di Ibsen “Nemico del popolo” nella versione curata da ‘Archivio Zeta’ andrà in scena, su iniziativa dell’Arpa Puglia, l’Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione dell’ambiente, a Taranto, Brindisi e Bari. L’evento ha il patrocinio della Regione Puglia e dei tre Comuni dove l’opera sara’ rappresentata, il primo settembre sul lungomare Garibaldi a Taranto, il 2 sulla Scalinata Virgiliana a Brindisi, il 3 nell’ex Manifattura Tabacchi a Bari. I tre eventi saranno preceduti da un seminario in programma a Bari nell’ex Palazzo delle Poste il 31 agosto dal tema ‘Il dilemma salute-lavoro nel teatro europeo di fine ‘800: il caso Ibsen’.
1 settembre – Taranto, Lungomare Garibaldi
2 settembre – Brindisi, Scalinata Virgiliana
3 settembre – Bari, Ex Manifattura Tabacchi
Seminario introduttivo “Il dilemma salute-lavoro nel teatro europeo di fine ‘800: il caso Ibsen”
31 agosto ore 17:30
Ex Palazzo delle Poste – Bari
Tutti gli spettacoli avranno inizio alle ore 19:00 – Ingresso gratuito – infotel. 3391014198
TRAMA DELLO SPETTACOLO
En folkefiend/Un Nemico del popolo è stato scritto nel 1882 e tra i capolavori scritti da Henrik Ibsen ci ha sconvolto per la sua tragica e lucida analisi del rapporto tra etica e ambiente. E’ la storia di un medico che scopre, dopo una accurata perizia, che le terme pubbliche, risorsa economica della città sia dal punto di vista occupazionale che turistico, sono appestate, così come tutto il territorio circostante, da sostanze inquinanti, scarichi delle industrie.
A partire da questa scoperta si mette in moto un meccanismo drammaturgico febbrile: subito il medico vuole denunciare il disastro ambientale e cercare di porre rimedio a questo problema. Ma da una parte suo fratello, sindaco della città e rappresentante dei potenti azionisti di maggioranza delle terme, e dall’altra i giornalisti del quotidiano locale, si scontrano dialetticamente.
Abbiamo operato un vero e proprio restauro del testo, eliminando del tutto l’apparato ottocentesco e ci siamo concentrati drammaturgicamente sui conflitti sociali, etici e politici. Uno dei nodi del testo sono le parti relative alla descrizione delle analisi chimiche e delle patologie legate agli inquinanti, scritte nel linguaggio medico scientifico tardo-ottocentesco, che abbiamo chirurgicamente sostituito con il lessico delle perizie presentate qualche mese fa alla magistratura per la denuncia della tragedia dell’Ilva di Taranto.
Nonostante questo accurato lavoro di restauro, lo spettacolo non è una attualizzazione, una denuncia o un tradimento del dramma di Ibsen, ma un tentativo di recuperare il senso profondo dell’opera linguisticamente, nelle parole pietre che corrispondono a quattro diversi atteggiamenti morali nei confronti del mondo: quattro infatti sono i personaggi rimasti nella nostra versione, quasi fossero campioni umani sotto la lente di un acuto osservatore dei comportamenti e delle idee. Quello che mettiamo in scena quindi non offre soluzioni rassicuranti nelle quali il pubblico possa trovare conforto e compiacimento autoassolutivo ma pone, come nella tragedia greca, gli esseri umani di fronte alla loro fragilità essenziale.
I conflitti sono contemporanei: la presa di coscienza di una tragedia in atto e l’occultamento delle responsabilità, la scelta tra un radicale cambiamento dello stato delle cose e l’impossibilità da parte del potere e della società di accogliere questo cambiamento. Chiaramente e con toni profetici emergono le antinomie: salute/lavoro, ambiente/progresso, democrazia/dittatura della maggioranza.
Drammaturgia e regia: Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti. Con: Enrica Sangiovanni, Gianluca Guidotti, Alfredo Puccetti, Luciano Ardiccioni
(Archivio Zeta)