Ilva: il decreto sarà spacchettato

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Il Governo farà decadere il decreto-legge su Ilva e Fincantieri approvato lo scorso 4 luglio dal Consiglio dei ministri, trasferendone alcune norme (quelle relative all’Aia) all’interno del decreto-legge “Misure finanziarie per gli Enti locali”, attualmente all’esame del Senato, mentre le misure da adottare in caso di sequestro, previsti dal terzo articolo, entreranno nel Dl fallimenti, all’esame della commissione Giustizia della Camera

parlamento E’ iniziato ieri in commissione Bilancio del Senato l’esame dei quasi mille emendamenti al decreto legge sugli Enti locali. La maggioranza ha fatto un primo punto della situazione a Palazzo Madama in mattinata per cercare di ridurre la mole delle proposte di modifica e per affrontare alcuni nodi aperti come quello dei centri per l’impiego delle Province e della polizia ambientale. Fra le proposte presentate ne spuntano anche due del Governo per convogliare in questo provvedimento il Dl ‘strade sicure’ e parte del Dl Ilva-Fincantieri. E non si esclude, riferiscono fonti di maggioranza, l’arrivo di altre norme con l’obiettivo di ridurre il numero di decreti legge da convertire in Parlamento alla soglia della pausa estiva dei lavori parlamentari. In ogni caso, riferiscono le stesse fonti, il decreto legge non sarà concluso in commissione Bilancio e pronto per l’esame dell’Aula prima della prossima settimana.

In particolare, per quanto riguarda il decreto legge Ilva-Fincantieri (attualmente all’esame della Camera), l’Esecutivo propone l’inserimento nel Dl Enti locali degli articoli 1 e 2 del provvedimento: il primo relativo alla normativa in materia di rifiuti; il secondo sulla disciplina transitoria delle installazione sottoposte ad autorizzazione integrata ambientale (Aia). A dare conferma dello spacchettamento del decreto Dl Ilva-Fincantieri varato dal Governo per garantire la continuità produttiva degli impianti, è stato il relatore al decreto legge per la commissione Ambiente della Camera, Enrico Borghi (Pd). Le misure da adottare in caso di sequestro, previsti dal terzo articolo, entreranno nel Dl fallimenti, all’esame della commissione Giustizia della Camera.

Siamo sempre rispettosi di quello che la magistratura fa e anche dei provvedimenti che il governo ha preso. Credo che in questa fase diventi decisivo poter seriamente sbloccare il miliardo e 200 milioni dei Riva che erano stati sequestrati perché erano stati evasi, che sono la condizione per fare gli investimenti”. Lo ha dichiarato ieri il segretario della Fiom Cgil, Maurizio Landini, a proposito della decisione del gip del Tribunale di Taranto Martino Rosati di sollevare davanti alla Consulta la questione di una eventuale illegittimità costituzionale del decreto del governo che consentiva l’utilizzo dell’altoforno 2 dello stabilimento siderurgico Ilva, sequestrato dalla magistratura dopo l’incidente mortale sul lavoro accaduto l’8 giugno scorso in cui ha perso la vita l’operaio 35enne Alessandro Morricella.

Del resto in alcune parti dello stabilimento, nell’altoforno 1 – ha aggiunto Landini ieri a Bari per un incontro sul rinnovo dei contratti nel settore metalmeccanico – gli investimenti sono stati fatti e dal primo agosto questo dovrebbe cominciare. La cosa che deve essere realizzata in questa fase è andare avanti con gli investimenti, liberare le risorse e dimostrare che è possibile cominciare a produrre rispettando la vita delle persone dentro e fuori gli stabilimenti e far produrre anche a Taranto, come nel resto di tante acciaierie nel mondo, un acciaio che sia rispettoso dell’ambiente, della vita delle persone, questo è l’obiettivo con il quale pensiamo di muoverci come sindacato, nel rispetto delle leggi e della Costituzione”.

 

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