Il Progetto Odortel e i cattivi odori dell’Eni: pubblicata la relazione annuale 2013-2014
TARANTO – Due giorni fa Arpa Puglia ha pubblicato sul suo sito la Relazione intermedia del progetto Odortel® sul monitoraggio delle emissioni odorigene nella città di Taranto (periodo novembre 2013 – dicembre 2014), redatta dalla dott.ssa Magda Brattoli e dal dottor Antonio Mazzone, approvata dal dottor Gianluigi De Gennaro e dal dottor Roberto Giua.
Il documento contiene la descrizione dell’attività di sperimentazione condotta durante il primo anno di attivazione del progetto Odortel® e presenta i risultati raccolti. Nella premessa, viene spiegato che il sistema Odortel® è stato messo a punto dalla società Lenviros srl in collaborazione con l’Università di Bari e Labservice srl per lo sviluppo del sistema di campionamento. L’attivazione della sperimentazione si è resa necessaria in seguito al continuo susseguirsi nel tempo di segnalazioni di odori molesti da parte dei cittadini tarantini, indirizzate ai vari Enti preposti (comune, provincia, ARPA). Il sistema così concepito permette di sistematizzare tali segnalazioni, verificarne l’attendibilità, delineare le dimensioni e la distribuzione del fenomeno odorigeno, fornendo necessarie indicazioni per una corretta attribuzione degli eventi alla sorgente.
Introduzione
La molestia olfattiva, generata da molte tipologie di attività industriali, rappresenta uno degli aspetti emergenti nella gestione della qualità dell’aria. Infatti, la presenza di un odore molesto rappresenta un indicatore di un ambiente insalubre ed è fortemente percepito dalla popolazione. Sebbene non sia stato ancora dimostrato un effettivo rischio per la salute umana, l’esposizione prolungata a cattivi odori può generare alcuni sintomi a livello psico-fisico, quali stati d’ansia, mal di testa, irritazioni agli occhi, problemi respiratori, nausea, ecc… (Shiffman, 1998; Sucker et al., 2008; Stenlund et al., 2009; Aatamila et al. 2011).
Per questa ragione, le emissioni odorigene sono considerate come una delle più importanti cause di lamentele della popolazione e la loro valutazione rappresenta un tema molto complesso da affrontare, data la natura soggettiva della percezione olfattiva (Brattoli et al., 2011) e la difficoltà di identificare con certezza la sorgente delle emissioni. In genere, la popolazione esposta al disturbo denuncia la presenza di eventi odorigeni alle autorità locali (sindaci, polizia, agenzie ambientali, ecc…), spesso non in grado di gestire facilmente tali segnalazioni.
La presente relazione descrive l’applicazione di una metodologia per la rilevazione e valutazione della molestia olfattiva, che integra sistemi automatici da remoto in grado di registrare la percezione olfattiva dei recettori umani e di raccogliere campioni rappresentativi in tempo reale. Lo studio sperimentale è stato applicato alla città di Taranto, in cui i residenti hanno riportato nel tempo numerosissime lamentele relative ai cattivi odori prodotti dagli impianti ubicati nella zona industriale. Nella presente relazione sono presentati i risultati raccolti nel primo anno di studio, che recepiscono ed integrano gli esiti degli studi olfattometrici, condotti in collaborazione con il centro olfattometrico dell’Università di Bari.
Descrizione del sistema integrato
Il sistema consiste in un sistema di comunicazione/ricezione “telefonica” del disagio olfattivo, attraverso cui ogni partecipante alla sperimentazione, opportunamente codificato, segnala la percezione dell’evento odorigeno, comunicando anche l’entità del disturbo (tramite il tastierino telefonico) su una scala a tre livelli di intensità, visualizzati con codici colore differenti: 1. Odore appena percettibile (codice colore verde) 2. Odore persistente (codice colore giallo) 3. Odore molto forte (codice colore rosso) La registrazione delle chiamate popola un database ed è possibile visualizzare sulla mappa, in tempo reale, la loro rilevazione sul territorio. L’interfaccia grafica del sistema consente di interrogare il database e di ottenere informazioni su data, ora e numero di segnalazioni sia sinotticamente, sia su mappa.
In corrispondenza delle diverse segnalazioni e della loro ubicazione sul territorio, è possibile una preliminare attribuzione dell’evento odorigeno alla sorgente, attraverso l’analisi delle direzioni del vento, al momento delle stesse segnalazioni. Il superamento di opportune soglie, basate sul numero delle segnalazioni per indice di intensità in un intervallo di tempo, permette l’attivazione, in tempo reale di un sistema di campionamento ubicato sul territorio che provvede a prelevare l’aria per consentirne la misura in laboratorio, applicando la metodologia dell’olfattometria dinamica in conformità con la norma tecnica UNI EN 13725/2004.
Il sistema di campionamento utilizza, come metodo di raccolta, il “principio del polmone” in cui un sacchetto di campionamento è collocato in un contenitore rigido e opaco e l’aria e rimossa dal contenitore utilizzando una pompa da vuoto. L’unità è in grado di attivare il campionamento da remoto, per mezzo di un combinatore telefonico GSM che gestisce messaggi SMS. Dopo la ricezione del comando e terminato il campionamento, l’unità comunica tempestivamente (via SMS) agli operatori il ritiro dei campioni.
Reclutamento del campione di popolazione
L’attività sperimentale è stata avviata nel novembre 2013 e ha coinvolto un numero di recettori che, nel tempo, è progressivamente aumentato; attualmente il progetto coinvolge n. 56 recettori. La posizione di ciascun recettore è stata georeferenziata su mappa e, a ciascuno, è stato assegnato un codice identificativo, per la registrazione della telefonata. Le figg. 1 e 2 mostrano la localizzazione dei recettori su mappa, la maggior parte dei quali sono ubicati nella zona del centro della città di Taranto.
Risultati
Le segnalazioni dei recettori sono registrate dal sistema Odortel e sono visualizzabili in tempo reale sul sito http://odortel.controlodor.it/, al quale si accede attraverso apposite credenziali. Nel periodo novembre 2013 – dicembre 2014 è stato registrato un numero totale di chiamate pari a 779, classificabili in base ai tre indici di intensità, come mostrato in Tab. 1.
La Fig. 4 mostra la distribuzione temporale delle segnalazioni ricevute nel periodo considerato. Nel grafico si evidenzia che le segnalazioni di intensità 3 (odore molto forte) sono le più numerose in tutto il periodo. Inoltre, nel periodo agosto – settembre è stato registrato il numero totale di telefonate più elevato rispetto all’intero periodo.
I dati raccolti hanno permesso di determinare la distribuzione spaziale del fenomeno odorigeno percepito dalla popolazione; infatti il numero e la frequenza delle chiamate ha consentito di individuare le aree più critiche della città. (…) È possibile constatare che dai quartieri Paolo VI e Tamburi e dall’area sud-est della città di Taranto sia stato effettuato un numero esiguo di segnalazioni durante l’intero periodo esaminato. La zona dalla quale è pervenuto un numero elevato di segnalazioni è costituita dal centro della città, in prossimità della costa.
Il grafico n. 7 mostra come le segnalazioni di intensità 3 (odore molto forte) siano state effettuate, per la maggior parte, quando i recettori sono stati realmente in condizione di sottovento (quadrante Nord – Ovest) rispetto alla zona industriale. Tale osservazione rappresenta una prima validazione del sistema, confermando l’attendibilità delle indicazioni dei recettori.
I campioni prelevati a seguito degli eventi odorigeni, sono stati sottoposti a prova mediante olfattometria dinamica presso il centro olfattometrico dell’Università di Bari, sito in Via Preti 29, Molfetta (Bari), dotato di una camera olfattometrica appositamente attrezzata per lo scopo, rispondente ai requisiti fissati dalla Norma UNI EN 13725:2004.
Conclusioni
I risultati preliminari ottenuti durante il primo anno di sperimentazione hanno permesso, per la prima volta, di gestire in modo sistematico le lamentele di molestia olfattiva e di ottenere informazioni su entità e distribuzione del fenomeno odorigeno. Durante gli eventi più significativi, lo studio delle direzioni del vento (quadrante ONO – NNO) ha contribuito ad indicare la potenziale sorgente, rappresentata dalla raffineria. Inoltre, la relazione causale sembra essere confermata anche dalla rilevazioni di picchi di H2S registrati dalle centraline di monitoraggio della qualità dell’aria presenti sul territorio. L’attività di studio ha, inoltre, mostrato che l’area lungo la costa risulta quella più critica per il numero elevato di segnalazioni ricevute.
Circa le concentrazioni di odore riscontrate, è necessario considerare la reale possibilità che esse siano sottostimate rispetto all’effettiva percezione della popolazione esposta, per effetto di diverse cause, quali la degradazione del campione ascrivibile alla permeabilità del materiale delle sacche di campionamento, oppure alla fase di trasporto del campione in relazione ai tempi di vita dei composti odorigeni solforati, evidentemente responsabili della molestia percepita. Tali aspetti sono attualmente in fase di approfondimento. Concludendo, tale sistema integrato ha dimostrato la sua efficacia e la sua reale applicabilità a fenomeni complessi, rappresentati dalle emissioni odorigene, costituendo un valido supporto per l’autorità di controllo in termini di comprensione dell’entità del fenomeno e individuazione del nesso causale fra percezione e sorgente.