«Detto questo e proprio per quanto detto, non siamo d’accordo che nel testo che TarantoOggi ha scritto ieri, 7 luglio, e che riportiamo di seguito, il suo direttore faccia un quadro critico della situazione parlano genericamente di “città” – aggiunge la Calderazzi – nella città ci sono le classi e i differenti settori sociali; gli interessi di queste classi, soprattutto tra lavoratori, disoccupati, masse popolari e chi ha un potere economico o politico sono non solo differenti ma spesso giustamente contrapposti. Chi rischia di spegnere la voce di TarantoOggi non è quindi la città, nè i “tarantini”, ma chi potrebbe ma non fa niente per contrastare una situazione in rapido peggioramento. Con l’augurio di leggervi ancora”.
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