auchanTARANTO – E’ difficile parlare di ‘accordo’ o addirittura di ‘vittoria’ dei lavoratori, come in molti nelle ultime 24 ore hanno fatto a sproposito, in merito alla vertenza di Auchan Italia. Perché se è vero che dopo una giornata intera di trattative al ministero del Lavoro a Roma, nella giornata di lunedì, l’azienda ha ritirato la procedura di mobilità per 1.345 esuberi strutturali in 32 ipermercati dei 49 complessivi della rete vendita in Italia (numero ridotto poi a 1.345 unità per effetto della rimodulazione organizzativa dell’ipermercato lombardo di Cesano Boscone in provincia di Bergamo), è altrettanto vero che ciò è stato possibile soltanto di fronte al fatto che ben 1.220 lavoratori hanno formalmente deciso la non opposizione al licenziamento e la collocazione in mobilità a fronte di un incentivo corrispondente a circa 20 mensilità (pari a circa 30mila euro, che nei dettagli sarà comunque frutto di contrattazione individuale, dunque non ci sarà una cifra comune a tutti); sarà ora affidato al confronto territoriale (punto vendita per punto vendita) il compito di gestione e monitoraggio delle intese nonché finalizzato ad individuare ulteriori misure utili alla gestione degli esuberi. Dunque, a conti fatti, l’azienda ha ottenuto quel che voleva: perché 1.220 lavoratori che vanno via spontaneamente a fronte di un piano esuberi di 1.345, è praticamente la stessa cosa (soltanto in Puglia erano in ballo 143 lavoratori impiegati negli ipermercati di Modugno, Taranto (50) e Mesagne).

Ecco perché nella serata di lunedì è stato messo nero su bianco il principio della volontarietà: nessuno sarà licenziato senza consenso. Una magra consolazione, dunque. Ora restano 100 giorni per trovare il resto dei volontari, in modo che si raggiunga la cifra di 1.345 esuberi. Perché l’azienda ha sin da subito respinto la possibilità che fosse applicata la solidarietà per tutti coloro i quali non avessero accettato l’incentivo all’esodo. Auchan infatti beneficerà fino al 10 agosto 2015 di diversi trattamenti di integrazione salariale conseguenti alla stipula di contratti di solidarietà, ma per alcune delle sue sedi, è stato raggiunto il limite massimo di fruizione del trattamento di CIGS.

Tra l’altro, adesso i sindacati di categoria Fisascat Cisl, Filcams Cgil, Uiltucs e la direzione aziendale, avranno un’altra patata bollente tra le mani: dovranno infatti ridiscutere il contratto integrativo che fu sospeso mesi fa dall’azienda e sul quale non è stato ancora trovato un accordo tra le parti. Lo scorso 27 maggio, tra l’altro, la direzione aziendale e i sindacati raggiunsero un’intesa che aveva come obiettivo “la salvaguardia dell’occupazione di circa 9.000 dipendenti di 217 supermercati – il 97% della rete vendita – e che prevede fino a tutto il 2016 la sospensione delle sei tranches del premio progresso riferito alle annualità 2015/2016. Con l’accordo vengono inoltre definite nuove modalità organizzative dell’orario di lavoro”.

Dunque, se non è l’azienda a licenziare il lavoratore, è quest’ultimo che preferisce fare un passo indietro a fronte di un’offerta economica che potrà garantirgli una sopravvivenza che non raggiunge nemmeno i due anni. Abbiamo l’impressione, non certo da oggi ma da anni, che il mercato del lavoro si sia trasformato definitivamente in una giungla dove vige soltanto lo stato di natura animale. “Possiamo vivere nel mondo una vita meravigliosa se sappiamo lavorare e amare, lavorare per coloro che amiamo e amare ciò per cui lavoriamo” (Lev Tolstoj, Jàsnaja Poljana, 9 settembre 1828 – Astàpovo, 20 novembre 1910).

Gianmario Leone

AUCHAN, I SINDACATI ABBOZZANO UN MINIMO DI ENTUSIASMO

Il sottosegretario Bellanova esagera: “Questa la politica del lavoro che abbiamo a cuore”

Non possiamo allentare la tensione, anzi, la partita ora si giocherà al livello locale e l’eventuale trattativa non potrà essere decontestualizzata rispetto ad un ragionamento complessivo sul terziario e sul commercio nell’area tarantina. Già con la tavola rotonda del 2 luglio scorso abbiamo raccolto l’adesione della Confcommercio e di LegaCoop a provare a strutturare un ragionamento di prospettiva e ora, con la vertenza, risoltasi positivamente, di Auchan, abbiamo l’occasione di mettere in pratica le parole spese. Si deve ragionare di modelli commerciali, di strategie di impresa, ora, e il ragionamento non può essere limitato, culturalmente ed economicamente, alla possibilità di aprire anche la domenica, una argomento che per troppo tempo ha monopolizzato il dibattito. Abbiamo salvato, grazie alla partecipazione dei lavoratori e dei cittadini, cinquanta posti di lavoro, cinquanta famiglie, ma non possiamo pensare che tutto si risolva così. Anzi, il percorso è appena iniziato”, ha commentato Giovanni D’Arcangelo, segretario generale della Filcams Cgil di Taranto.

La crisi strutturale di Auchan – ha dichiarato il segretario nazionale della Fisascat Ferruccio Fiorot – è ascrivibile non solo alle difficoltà di mercato, ma soprattutto all’insuccesso delle politiche commerciali che in questa fase hanno pesato sulle possibilità di sviluppo del Gruppo con inevitabili e pesanti ripercussioni sull’occupazione, soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia”. “L’incentivo all’esodo rappresenta purtroppo la soluzione in extremis in una vertenza che purtroppo si chiude con la perdita di posti di lavoro – ha aggiunto il segretario generale della categoria Pierangelo Raineri -. Il nostro auspicio è che la multinazionale francese si riassesti sul mercato e possa offrire nuove prospettive di sviluppo e di rilancio commerciale nell’interesse dei lavoratori rimasti in azienda”. “Non rimane che concentrarsi sulla costruzione del nuovo integrativo aziendale – ha concluso Raineri – la Fisascat è in prima linea per ripristinare diritti e tutele e per il sostegno al rilancio di un gruppo che non può però immaginare di fronteggiare le reiterate perdite di esercizio esclusivamente con la riduzione del costo del lavoro”.

Un altro accordo concluso dicendo no ai licenziamenti richiesti dall’azienda. Con la sottoscrizione al ministero del Lavoro la vertenza Auchan si conclude con la mobilità volontaria su una platea di 1.345 lavoratrici. Ancora una volta ci alziamo dal tavolo di discussione solo dopo aver ottenuto un risultato positivo, perché è questa la politica per il lavoro che abbiamo a cuore”. Lo afferma in una nota il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova. Contenta lei…

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