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MoVimento 5 Stelle – Lizzano: “no” allo scarico a mare

In questi giorni, si sta parlando abbondantemente di un problema di natura ambientale che interesserà, se non cambieranno i termini della questione, una delle aree più belle del Salento, già area protetta. Da una settimana circa sarebbero dovuti cominciare i lavori (con le ruspe tanto care a Salvini) per la realizzazione dell’impianto di depurazione consortile dei comuni di Sava e Manduria. Stando alle cronache, le ruspe sono state rimandate al mittente grazie alla volontà popolare che, con ovvie e motivate ragioni, non vuole la realizzazione di un impianto con scarico a mare.

Il progetto, grazie a 17 km di condutture, mira a raccogliere i liquami dei comuni di Sava e Manduria, trasportandoli presso il nuovo depuratore consortile. Poi, altri 1,5 km fino alla linea di battigia, e da lì, altri 900 m di conduttura sottomarina per il deposito dei liquami ad una profondità di circa 14 m.

I comitati, ed anche il MoVimento 5 Stelle Pugliese, contestano questo progetto in quanto andrà ad inquinare ben due aree protette: la foce del Chidro con Salina Monaci e le dune di Torre Colimena, e tutta l’area marina attorno a Porto Cesareo; inoltre andrebbe a contaminare Specchiarica, località che ARPA Puglia ha stabilito avere il mare praticamente INCONTAMINATO.

Contestiamo, al netto di tutte le decisioni politiche che sono state prese in questi lunghi anni da quando si è resa necessaria la realizzazione di un nuovo depuratore per i comuni suddetti, che la classe dirigente non abbia mai preso in considerazione altri tipi di soluzioni quale la COMPLETA DEPURAZIONE DEI REFLUI, con la RIUTILIZZAZIONE DELLE ACQUE PER USI IRRIGUI, specialmente in questa zona della puglia dove sovente si fa sentire il dramma della siccità. Ma siccome questo Blog si chiama MoVimento5StelleLizzano, occupiamoci di ciò che cova sotto il nostro di sederino oramai sopito dall’abitudinarietà.

All’OstoneMarina di Lizzano, sfocia appunto l’omonimo canale, che dopo aver raccolto le acque del canale Li Cupi, provenienti dalle acque piovane e quelle provenienti dal depuratore consortile dei comuni di San Marzano, Fragagnano e Lizzano che, a dire dell’AQP, risultano perfettamente depurate, sfociano in uno dei mari più cristallini del mondo, tanto da poter essere descritto come caraibico, emanando cattivi odori di tensoattivi ed escrementi. Domenica scorsa, in occasione di una giornata di volontariato trascorsa a ripulire le dune, non abbiamo avuto bisogno di lavorare con la fantasia per descrivere ciò che vedevamo nel canale e ciò che esso BUTTAVA in quel mare innocente.

Acqua fetida e puzzolente, stracolma di rifiuti di ogni genere. Peraltro, invece che come qualche anno fa, dove il canale si tuffava direttamente in acqua secondo quello che è il percorso più breve, ossia quello rettilineo, per non si sa quale motivo, spero solo per l’azione della natura, esso, prima di tuffarsi tra le onde, compie tre curve, tre anse, spingendosi prima verso occidente per una trentina di metri, ritornando indietro per qualche metro e poi di nuovo ad occidente, IMPESTANDO una enorme superficie sabbiosa (al sindaco chiediamo: perchè non si eseguono lavori di scavo e permettere il diretto ingresso in acqua, ripascendo il resto? ).

Il depuratore consortile è stato oggetto di diverse azioni, anche di natura giudiziaria. Che il depuratore non funzionasse come avrebbe dovuto, lo si sospettava da anni, ma solo nell’agosto del 2011, sotto l’azione dell’associazione Attiva Lizzano, grazie ad un’imponente catena umana, i riflettori furono puntati sulla drammatica situazione. Il mare, in quel tratto, nelle giornate di agosto, specie in quelle più calde, si colorava di marrone scuro, interessando anche la spiaggia nota come “il Canale”. Il fenomeno si ripeteva già da diversi anni, da quando la normativa europea cominciò ad impedire lo scarico in falda.

I risultati delle analisi, mostrarono subito che la balneabilità di quel tratto di costa era messa a repentaglio da dati che allarmavano studiosi e medici. Frequenti erano anche i ricorsi al pronto soccorso per dermatiti e gastro enteriti, specie nei soggetti più deboli come i bambini. Tra l’altro, le sostanze chimiche scaricate, formate principalmente da fosforo e azoto, danno luogo alla proliferazione delle micro alghe (eutrofizzazione) che danno al mare quella terribile colorazione marrone. Da quel “focus” del 28 agosto del 2011, anche la magistratura cominciò ad occuparsi del depuratore, giungendo all’ovvia conclusione del febbraio 2014 del sequestro dell’impianto. Da quel febbraio, non si sa più niente. Tutto tace…o quasi.

Durante un consiglio comunale, una consigliera di maggioranza annunciò in pompa magna che Lizzano aveva ottenuto un mega finanziamento di ben 6,5 milioni di euro per il potenziamento e ammodernamento del depuratore, che lo avrebbero reso uno dei più efficienti e moderni d’Italia. Sono trascorsi quasi due anni da quell’annuncio, ma nulla si è visto (n.d.r. nemmeno le passerelle per l’accesso al mare dei disabili promesse dal solerte vicesindaco. ma questa è un’altra storia). Non vogliamo annoiarvi dicendovi che quel depuratore è ancora sotto sequestro e che nemmeno una pietra è stata ancora mossa.

Ma in tutto questo tempo cosa fa l’amministrazione? Il sindaco, per ben 2 anni emette un’ordinanza affinchè invece che lo scarico dei liquami avvenga in mare, avvenga in falda, quanto meno nei mesi estivi, al fine di salvaguardare la stagione turistica (?). Aqp gli fa ricorso al TAR che, ovviamente, vince. Il sindaco, per ripicca, si rivolge al consiglio di Stato (la questione legale è ancora in piedi. Ai posteri l’ardua sentenza). Insomma, il sindaco, invece di puntare i piedi e chiedere con forza che il problema depuratore venga definitivamente risolto, rilascia interviste dove afferma che il problema non è suo, come quella, incredibile, rilasciata a http://www.tarantobuonasera.it/tarantonews/provincia/272519/news.aspx., e ne fa solo una questione di principio. Ma, bisogna fare qualche passo indietro, al fine di poter avanzare una bozza di soluzione al problema.

Una quindicina di anni fa (scusate la mancanza di precisione ma è praticamente impossibile, con gli uffici, risalire alle date esatte), il comune di Lizzano, grazie a cospicui finanziamenti da parte della comunità europea, diede inizio ai lavori di costruzione di un impianto di affinamento delle acque reflue. In sostanza, l’impianto realizzato in contrada Belvedere a circa un chilometro di distanza dall’attuale depuratore, avrebbe dovuto raccogliere le acque in tabella 4 in vasche di affinamento, e da lì, distribuire il prezioso bene nei campi circostanti, al fine di essere utilizzata quale acqua per uso irriguo. Da tener presente che l’impianto è stato ultimato e risulta installata una rete idrica, lungo i vari appezzamenti di terreno,  di circa 20 Km, mancava solo il collaudo.


Bello – direte – tale e quale al progetto per cui si batte il professor Del Prete riguardo al depuratore di Manduria! – Quindi, siete avanti? Certo, come no. Se non fosse che l’impianto di Belvedere è sotto sequestro, in stato di abbandono, dove hanno rubato anche due costosissime pompe! Ma qualcuno ha pagato per questo scempio? Non è che i sindaci di allora si sono pure riproposti a successive elezioni? Se è così, e cosi è, bravi elettori, che continuate a votar simile schiatta. Comunque, questo articolo, già incompleto di per sè, sarebbe ulteriormente “inutile” qualora non proponessimo una nostra soluzione al problema depuratore consortile Lizzano-Fragagnano-San Marzano. Ecco la nostra ipotesi (inutile sottolinearlo, da inserire nel prossimo programma elettorale)

BASTA SCARICO A MARE

1) la Regione Puglia esiga dall’AQP, come fu fatto in sede di conferenze di servizio, che le acque depurate siano ad uno stadio di quasi potabilità;

2) Ristrutturazione e potenziamento dell’impianto Belvedere, affinchè le acque vengano ulteriormente affinate con Censimento e stato della rete idrica passante per i vari terreni circostanti l’impianto Belvedere, quest’ultima più volte chiesta dall’ex assessore Amati al Sindaco Macripò in sede di conferenza di servizi senza mai avere alcun riscontro;

3) Utilizzo delle acque così depurate, in agricoltura;

3bis) se vogliamo dare un’impronta avvenieristica alla nostra comunità, si potrebbe ipotizzare, con le nuove costruzioni, l’installazione di una ulteriore linea idrica nelle civili abitazioni per l’utilizzo nei giardini, lavaggi pavimenti degli stessi, scarichi nei water, ecc. con le acque provenienti dall’impianto Belvedere;

4) Le acque in eccedenza stoccarle in un invaso creato per l’occasione

Qualcuno dirà – e San Marzano e Fragagnano?

Entrambi i comuni, molto più piccoli del nostro, dovrebbero attrezzarsi con un depuratore adeguatamente dimensionato e che porti le acque in tabella 4 direttamente nell’invaso Pappadai, dal quale essere poi condotte per l’utilizzo in agricoltura.

In questo modo si avrebbero 2 soli depuratori, uno per Lizzano e Marina, e un per Fragagnano e San Marzano, più piccoli e quindi meglio ottimizzati e controllabili, con le cui acque ottemperare ai periodi di siccità. La salvaguardia del mare sarebbe garantita e si potrebbe abbattere il costo dell’acqua per scopi agricoli.

Ma…al di là di quella catena umana, e al di là dell’impegno di Attiva Lizzano, sembra che le coscienze siano del tutto sopite e allarmante è il solito silenzio dell’amministrazione comunale lizzanese. A MANDURIA SI COMBATTE, A LIZZANO SI DORME! Come è strano il mondo.

Riprendo un passaggio scritto sopra: “Il progetto, grazie a 17 km di condutture, mira a raccogliere i liquami dei comuni di Sava e Manduria, portandoli presso il nuovo depuratore consortile. Poi, altri 1,5 km fino alla linea di battigia, e da lì, altri 900 m di conduttura sottomarina per il deposito dei liquami ad una profondità di circa 14 m.”

Rispetto a Lizzano….oro che cola!

MoVimento 5 Stelle – Lizzano

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