Per questo noi donne e mamme di Taranto, ormai sfiduciate della politica italiana che tutela l’interesse economico a discapito della VITA, chiediamo alla Procura della Repubblica , che tanto si è impegnata anche in difesa dell’ambiente e della sicurezza sul lavoro, di valutare , assieme eventualmente con gli altri Uffici Giudiziari interessati, la possibilità di un RINVIO PREGIUDIZIALE ALLA CORTE DI GIUSTIZIA di Lussemburgo, per la verifica della compatibilità di questo decreto ( ed eventualmente anche dei precedenti) con le normative dell’Unione europee che tutelano la vita e la sicurezza nei luoghi di lavoro. In particolare ricordiamo che la Carta dei Diritti dell’Unione europea è diventata GIURIDICAMENTE VINCOLANTE nel 2009 con il Trattato di Lisbona e così afferma :
Articolo 2: Ogni individuo ha diritto alla vita.
Articolo 3: Ogni individuo ha diritto alla propria integrità fisica e psichica
Articolo 6 : Ogni individuo ha diritto alla libertà e alla sicurezza.
Articolo 20: Tutte le persone sono uguali davanti alla legge.
Articolo 31: Ogni lavoratore ha diritto a condizioni di lavoro sane, sicure e dignitose
Sono quindi diversi e numerosi i diritti della Carta europea VIOLATI dagli 8 decreti dei governi italiani , anche se sarebbe stato sufficiente violare un solo articolo per adire alla Corte di Giustizia europea. Al riguardo ricordiamo la recente vittoria dei precari della scuola ottenuta proprio con una sentenza della Corte di Giustizia europea il 26 novembre 2014, che è intervenuta per una questione sicuramente importante ma che non ha la tragicità di quanto avvenuto e continua ad avvenire qui a Taranto.
Noi donne e mamme di Taranto siamo seriamente preoccupate per la salute, per la vita e per il futuro dei nostri figli e sosteniamo con forza l’impegno della Magistratura di Taranto in questa difficile ed importante battaglia per la VITA resa complicata dall’ingerenza di questi provvedimenti straordinari dei Governi che non tutelano la vita né dei lavoratori, né dei cittadini di Taranto costretti a subire le nefaste conseguenze di un inquinamento dissennato. Siamo certe che il nostro GRIDO sarà ascoltato
Lina Ambrogi Melle, presidente del Comitato “Donne e Futuro per TARANTO LIBERA”
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