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Porto di Taranto: revocata concessione alla Tct

Il Comitato portuale di Taranto ha revocato nella giornata di ieri la concessione alla società Taranto Container Terminal. A renderlo noto la stessa Autorità portuale. “A seguito della comunicazione da parte della Taranto Container Terminal di messa in liquidazione della società, ricevuta il 12 giugno, del successivo avvio della procedura di mobilità di tutto il personale dipendente della medesima società – informa una nota – l’Autorità portuale ha proceduto a convocare d’urgenza una riunione monotematica straordinaria della Commissione consultiva e del Comitato portuale”. “Sentito il parere della Commissione Consultiva – continua – il Comitato portuale, quale atto dovuto, ha deliberato – ai sensi dell’art. 7, lett. b) e c) del D.M. 31.03.1995, n. 585 – la revoca dell’autorizzazione ex art. 16 L. 84/94 e la revoca dell’atto concessorio ex art. 18, co 9, L. 84/94. Ha espresso altresì parere favorevole alla decadenza dalla concessione demaniale marittima ex art. 47 lett. a), b), d) ed f) Cod. Nav., disposta, in data odierna, con provvedimento n. 67/15 del presidente dell’Autorità portuale di Taranto”.

Durante la mattinata di ieri vi è stata la riunione della commissione consultiva che si è espressa, attraverso una delibera, sulla revoca dell’autorizzazione ad operare a TCT, dopo che la stessa ha annunciato ufficialmente lo scorso 12 giugno di disimpegnarsi rispetto ad una sua presenza come operatore terminalista nello scalo ionico. La scorsa settimana il presidente dell’Autorità portuale di Taranto, Sergio Prete, ha avuto un incontro a Roma con due dei tre commissari liquidatori – professionisti dello studio Pirola – cui la TCT ha assegnato l’incarico di gestire la liquidazione della società. Durante la riunione Prete ha fatto presente di aver ricevuto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri l’incarico di chiedere alla TCT di rimettere nel più breve tempo possibile la concessione ottenuta nell’autunno del 2001. Termine ultimo, secondo indiscrezione, lo scorso venerdì: giornata nella quale è giunta la risposta dei liquidatori, che però hanno informato Prete del fatto che la restituzione della concessione debba, secondo i soci della TCT, avvenire all’interno di un accordo generale all’interno del quale si chiudano tutte le pratiche ancora in sospeso.

Eventualità che, come abbiamo riportato ieri, non è piaciuta né all’Authority, né tanto meno al governo: questo perché la concessione del terminal è per entrambi la carta da giocare all’interno della ricerca di nuovi operatori per lo scalo ionico, che vadano a far parte di quella new.co che il Governo ha deciso di formare per la gestione del porto di Taranto (all’interno della quale dovrebbe avere un ruolo certo la Fs Logistica, azienda partecipata al 100% da Ferrovie dello Stato Italiane, e si occupa di servizi di logistica ferroviaria per il sistema italiano delle merci). Inoltre, seguire la strada proposta dai liquidatori della TCT vorrebbe dire allungare ulteriormente i tempi più di quanto essi non si siano già allungati per quanto concerne i lavori di ristrutturazione dell’intero terminal. Tempi che rischiano di essere sfiorati anche e soprattutto per quanto concerne i 75 giorni, peraltro già in corso, che restano ai 538 addetti di TCT prima di finire in mobilità e vedersi risolvere il rapporto di lavoro (alla scadenza del 28 maggio, infatti, la cassa integrazione non è stata più rinnovata), dopo essere stati messi in ferie forzate.

A stretto giro di posta, ci sarà un nuovo incontro a Roma con il Governo per vedere a che punto è l’attività di scouting per la costituzione della new.co. La data non è stata ancora resa nota, ma potrebbe avvenire già nella prossima settimana. A tal proposito, nella giornata di lunedì e come abbiamo riportato sempre ieri, si è diffusa un’indiscrezione secondo cui il gruppo terminalistico filippino ICTSI sia interessato ad una propria presenza in Sud Italia. A domanda specifica se la struttura terminalistica dello scalo pugliese possa essere di loro interesse, il senior vice president del gruppo filippino ICTSI, Hans-Ole Madsen, ha risposto al sito trasportoeuropa.it che stanno esaminando attentamente la questione: “Sappiamo che Evergreen e Hutchison hanno deciso di lasciare il TCT. Ci aspettiamo che l’Autorità Portuale esamini la situazione e decida come procedere, dopodiché, una volta che il quadro sarà chiarito, potremmo decidere se impegnarci o meno”. Quella di ICTSI è per ora l’unica manifestazione esplicita di un interesse almeno a parole, visto che i nomi circolati sino ad oggi di MSC, di CMA CGM e di altri investitori arabi, sono pure indiscrezioni. Ieri è arrivata la revoca della concessione alla TCT. Ma il futuro del porto di Taranto resta ancora avvolto nelle nebbie.

G. Leone

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