La scorsa settimana il presidente dell’Autorità portuale di Taranto, Sergio Prete, ha avuto un incontro a Roma con due dei tre commissari liquidatori – professionisti dello studio Pirola – cui la TCT ha assegnato l’incarico di gestire la liquidazione della società. Durante la riunione Prete ha fatto presente di aver ricevuto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri l’incarico di chiedere alla TCT di rimettere nel più breve tempo possibile la concessione ottenuta nell’autunno del 2001. Termine ultimo, secondo indiscrezione, lo scorso venerdì: giornata nella quale è giunta la risposta dei liquidatori, che però hanno informato Prete del fatto che la restituzione della concessione debba, secondo i soci della TCT, avvenire all’interno di un accordo generale all’interno del quale si chiudano tutte le pratiche ancora in sospeso.
Eventualità che non è piaciuta né all’Authority, né tanto meno al governo: questo perché la concessione del terminal è per entrambi la carta da giocare all’interno della ricerca di nuovi operatori per lo scalo ionico, che vadano a far parte di quella new.co che il Governo ha deciso di formare per la gestione del porto di Taranto (all’interno della quale dovrebbe avere un ruolo certo la Fs Logistica, azienda partecipata al 100% da Ferrovie dello Stato Italiane, e si occupa di servizi di logistica ferroviaria per il sistema italiano delle merci). Inoltre, seguire la strada proposta dai liquidatori della TCT vorrebbe dire allungare ulteriormente i tempi più di quanto essi non si siano già allungati per quanto concerne i lavori di ristrutturazione dell’intero terminal. Tempi che rischiano di essere sfiorati anche e soprattutto per quanto concerne i 75 giorni, peraltro già in corso, che restano ai 538 addetti di TCT prima di finire in mobilità e vedersi risolvere il rapporto di lavoro (alla scadenza del 28 maggio, infatti, la cassa integrazione non è stata più rinnovata), dopo essere stati messi in ferie forzate.
A stretto giro di posta, ci sarà un nuovo incontro a Roma con il Governo per vedere a che punto è l’attività di scouting per la costituzione della new.co. A tal proposito, nella giornata di ieri si è diffusa un’indiscrezione secondo cui il gruppo terminalistico filippino ICTSI sia interessato ad una propria presenza in Sud Italia. A domanda specifica se la struttura terminalistica dello scalo pugliese possa essere di loro interesse, il senior vice president del gruppo filippino ICTSI, Hans-Ole Madsen, ha risposto al sito trasportoeuropa.it che stanno esaminando attentamente la questione: “Sappiamo che Evergreen e Hutchison hanno deciso di lasciare il TCT. Ci aspettiamo che l’Autorità Portuale esamini la situazione e decida come procedere, dopodiché, una volta che il quadro sarà chiarito, potremmo decidere se impegnarci o meno”. Quella di ICTSI è per ora l’unica manifestazione esplicita di un interesse almeno a parole, visto che i nomi circolati sino ad oggi di MSC, di CMA CGM e di altri investitori arabi, sono pure indiscrezioni. Oggi, durante il comitato portuale, si parlerà anche di questo.
G. Leone
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