Riceviamo una lettera aperta che il comitato “Donne e Futuro per TARANTO LIBERA” rivolge al sindaco di Taranto e al Consiglio Comunale.
L’esercizio di questi impianti comporterà un aumento delle emissioni diffuse pari a 10 tonnellate/anno che si aggiungeranno alle 85 tonnellate/anno (con un incremento del 12%). Vista la situazione di criticità ambientale di Taranto questa Agenzia ha evidenziato la perplessità di realizzare un simile impianto in quanto lo stoccaggio del greggio, che verrà mantenuto ad una temperatura di 40 gradi, comporterà la emissione di composti organici volatili tra cui anche gli Ipa”. Riteniamo pertanto che non ci siano dubbi sulla pericolosità di Tempa Rossa, in un territorio dove i nostri bambini hanno una mortalità +21% ed un’incidenza di tumori +54% rispetto al resto della Puglia (aggiornamento studio ‘Sentieri’).
Inoltre ribadiamo ancora una volta che Tempa Rossa aumenterà i rischi di incidenti rilevanti con possibile effetto domino, ostacolerà le agognate alternative di sviluppo del nostro territorio con le attività connesse con la miticoltura, con l’agroalimentare, con il turismo culturale, con le bellezze paesaggistiche deturpate dalle numerose petroliere e super petroliere nella rada di Mar Grande e arricchirà solo le lobby del petrolio danneggiando il nostro mare, i “nostri” delfini ed il futuro dei nostri figli. Pertanto riteniamo che non serva a nulla chiedere rassicurazioni ad un Governo che sta mostrando un totale disinteresse verso la salvaguardia dell’Ambiente e della salute dei cittadini di Taranto e vi invitiamo ad agire coerentemente in difesa del nostro territorio.
Conseguentemente vi chiediamo di: 1) mettere in atto ogni iniziativa per fermare Tempa Rossa anche con l’aggiornamento e l’adozione di un ERIR (elaborato rischi incidenti rilevanti) che contenga tutte le indicazioni delle Direttive Seveso 3, entrate in vigore il 15 giugno 2015; 2) ricorrere al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR di Lecce. Esprimiamo ancora le nostre più grandi preoccupazioni per le sciagurate trivellazioni autorizzate nel Mar Jonio, che mettono ulteriormente a rischio la sicurezza e la fauna del nostro mare, diventato una culla di pregiati delfini che potrebbero diventare un’attrazione oltre che essere già il simbolo della nostra città. Inoltre gli esperti giudicano una follia queste esplosioni d’aria e queste trivelle nello Ionio per i rischi su larga scala. Le conseguenze di un eventuale incidente petrolifero sarebbero incalcolabili non solo per il nostro Mar Jonio ma per tutto il Mediterraneo orientale.
Pertanto le chiediamo di impugnare subito (entro il 5 luglio 2015) dinanzi al Tar del Lazio il decreto del Ministro dello Sviluppo economico del 25 marzo 2015, che dà attuazione allo “Sblocca Italia” per la parte concernente le attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, come altri Enti locali si accingono a fare. Signor Sindaco e signori Consiglieri, la realizzazione di questi progetti nuoce gravemente agli abitanti di questa bellissima e sfortunata città e pone la parola fine ai sogni di rinascita e di prosperità che noi tutte auspichiamo con il turismo culturale, l’enogastronomia, le eccellenze nell’agricoltura e nella mitilicoltura. Per questo auspichiamo una seria presa di coscienza da parte Vostra ed un atto di coraggio e di etica per un futuro migliore da dare ai nostri figli”.
Lina Ambrogi Melle, presidente del comitato “Donne e Futuro per TARANTO LIBERA”
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