“A seguito dell’ultimo incidente (omicidio sul lavoro), verificatosi in Ilva, la Procura della Repubblica di Taranto ha emesso un ordine di sequestro dell’impianto AFO2, teatro dell’episodio che ha portato alla morte l’operaio martinese Alessandro Morricella. Come già abituati alla prepotenza e all’arroganza della suddetta Ilva, in barba al dolore della famiglia Morricella, dei lavoratori e della città di Taranto, non si rispetta neanche in questo caso la legge. Si verifica, infatti, che l’AFO 2, sottoposto a sequestro giudiziario senza facoltà d’uso, continui a produrre migliaia di tonnellate al giorno di acciaio. Il dovere di ogni cittadino che sia venuto a conoscenza di tali, gravi violazioni dei sigilli apposti su quell’impianto assassino, sarebbe quello di denunciare all’Autorità Giudiziaria, quanto avviene. Voglio ricordare, a me per primo, che quell’impianto, così come sta operando e producendo, è sicuramente un rischio per l’incolumità di altri lavoratori che, ancora non si capisce come e perché, siano ‘ostaggio’ di una politica aziendale senza scrupoli e “libera di continuare ad uccidere”. Inviterei tutti gli operai ad incrociare le braccia e alzare gli occhi al cielo per guardare quelle anime sparse, volate solo per poter guadagnare un pezzo di pane. Non si può più tollerare il silenzio, l’indifferenza e l’ipocrisia di chi, anche all’interno, continui a tacere per qualche “dollaro in più…e qualche tessera”. Io, il mio dovere di cittadino, l’ho fatto. Ho depositato un esposto denuncia presso la Procura della Repubblica perché si indaghi su quanto sta accadendo all’AFO 2 e, possibilmente, perseguire eventuali responsabili di reati contro l’ambiente e le persone che lì lavorano”.
Lorenzo Semeraro