Al punto 1 si cita il progetto definitivo relativo agli interventi strutturali per la riqualificazione del Molo Polisettoriale del porto ionico e al relativo ammodernamento della banchina di ormeggio assegnato all’Ati Consorzio Stabile Grandi Lavori che prevedeva l’utilizzo, previo svuotamento, delle vasche presenti nell’area ex Belleli occupate da circa 80.000 mc di fanghi di dragaggio di competenza della Terminal Container Taranto (TCT), li giacenti dal lontano 2005.
Il comitato chiede quali sono le motivazioni per cui, nonostante il dissequestro dell’area, avvenuto nel 2012 proprio per consentire la procedura di avvio allo smaltimento dei fanghi e nonostante le evidenti azioni intraprese da parte di TCT (trasferimento di due linee al Pireo) che presupponevano un possibile allontanamento dal porto di Taranto, a tutt’oggi i fanghi di competenza TCT non siano stati ancora smaltiti. Tra le altre cose, il Comitato chiede all’Autorità Portuale se, a seguito della dichiarata liquidazione della TCT, quest’ultima sarà comunque chiamata a rispondere della procedura relativa allo smaltimento dei fanghi.
Al punto 2 del documento si fa riferimento all’assegnazione alla Cementir della concessione relativa a 16.250 mq distribuiti per 4.600 mq radice quarto sporgente, 11.400 mq Calata 4 e 250 mq aree ausiliari agli impianti di trasporto. Il Comitato vuole sapere se la Cementir ha ottemperato “a proprie spese alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere costruite in quasi un quarantennio nel rispetto delle prescrizioni nonché alla escavazione periodica degli specchi d’acqua antistanti le banchine”. Chiede, inoltre, di sapere se l’Autorità Portuale abbia preteso dalla Cementir il rispetto delle prescrizioni obbligandola all’effettuazione dei lavori previsti a suo carico per il ripristino certificato della stabilità della banchina della Calata 4.
Il punto 3 riguarda l’incidente avvenuto negli specchi acquei prospicienti il quarto sporgente Ilva all’interno del porto l’11 dicembre 2014 che ha visto il collasso della gru denominata DM7. Gru che ancora giace anche se parzialmente nei fondali del quarto sporgente. I “Liberi e Pensanti” vogliono sapere se le attuali condizioni statiche della gru garantiscono le previste e corrette condizioni di sicurezza per l’ambiente marino e dei lavoratori e quali sono le azioni poste in essere dall’Autorità Portuale affinché l’Ilva in Amministrazione si faccia carico in tempi stretti della rimozione della stessa gru e del ripristino delle iniziali condizioni degli specchi d’acqua al fine di tutelare la sicurezza della navigazione e dell’ambiente marino preesistente.
Nel quarto e ultimo punto, il Comitato chiede che lo studio circa l’Analisi del sistema infrastrutturale/intermodale del porto di Taranto, nel contesto della portualità nazionale ed europea e del grado di efficienza e competitività delle infrastrutture portuali esistenti, commissionato alla società Pricewaterhouse Coopers Advisory Spa di Milano, “possa essere reso pubblico su richiesta di quanti vogliano fare le proprie valutazioni circa un bene pubblico quale il porto di Taranto, al fine di apportare il proprio contributo in relazione agli indirizzi futuri dello stesso”.
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