“Il report Martin sul piano acciao in discussione in commissione ITRE al Parlamento Ue – continua – deficita di una parte importante, quella relativa al rispetto delle direttive europee e dei trattati sulle emissioni inquinanti che gli impianti siderurgici devono rispettare pessidequamente essendo ad alto impatto su salute e sulle altre economie. Tale rispetto include anche scelte drastiche, ma necessarie di dismissioni degli impianti vetusti ed insostenibili sia economicamente che ambientalmente”.
“Se davvero l`Europa vuole cambiare modello di sviluppo e non mirare sempre e solo alla crescita esponenziale dei consumi, delle merci, dei consumi energetici ma anche di consumi delle risorse naturali – continua l’eurodeputata tarantina – bisogna puntare su un modello di produzione energetica distribuita e non centralizzata e sempre da fonti rinnovabili, e quindi sempre più avvezza all’uso di materiali innovativi e basata sull`economia circolare e sulla sharing economy in modo intenso. Usciamo dalla Seconda rivoluzione e abbracciamo con serietà e coraggio la Terza rivoluzione industriale”, conclude D’Amato.
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