“Ci si può rivolgere, in alternativa, entro 120 giorni al Capo dello Stato, dando continuità ai pareri negativi espressi negli scorsi anni sia politicamente, con delibere di giunta e consiglio regionale sia sotto l’aspetto amministrativo – hanno proseguito le associazioni -. Aver decretato la compatibilità ambientale delle richieste di prospezione delle due società, significa aver apparecchiato la tavola per l’utilizzo del titolo concessorio unico che permetterà alle stesse di poter passare, direttamente, alla ricerca ed alla coltivazione degli idrocarburi in mare”.
Per i comitati “No triv” l’improvvisa accelerazione dei procedimenti appare come “la risposta del governo Renzi al consolidarsi, su tutto il fronte nazionale, di una ferma opposizione istituzionale e non alle scelte energetiche ed alla volontà politica di ‘svendere’ l’Adriatico alle multinazionali del petrolio. La manifestazione del 24 Maggio in Abruzzo è stata il campanello d’allarme per l’attuale maggioranza la cui strategia è, evidentemente, finalizzata a dare piena attuazione allo Sblocca Italia, delegittimando il testardo lavoro di tutti coloro che si sono attivati per produrre osservazioni, sensibilizzare i territori, organizzato momenti collettivi di piazza, fatto rete”.
Intanto la Regione Puglia farà ricorso “contro tutti i provvedimenti che minacciano il mare”, a cominciare dalle decisioni del governo che autorizzano le prospezioni geosismiche al largo della costa. La linea è stata confermata ieri dal neo-presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e dal presidente del Consiglio regionale pugliese uscente, Onofrio Introna, nel corso di un incontro interistituzionale convocato dal sindaco di Polignano a Mare (Bari), Domenico Vitto, per concordare una strategia comune contro le trivelle, in particolare contro il provvedimento recente di autorizzazione da parte del ministero all’ambiente a prospezioni geosismiche al largo della costa tra Mola e Fasano. All’incontro di ieri erano stati invitati i rappresentanti delle istituzioni dei comuni costieri, i consigli comunali e rappresentanti dei movimenti ambientalisti.
Nel corso della riunione Introna ha ribadito la richiesta al presidente uscente della Regione Puglia, Nichi Vendola, per l’immediato, e a Michele Emiliano per il prossimo futuro affinché venga presentato al più presto il ricorso contro le decisioni del ministero, ricordando che la Regione Puglia è tra le Regioni italiane che ha presentato ricorso alla Corte costituzionale contro le norme dello ‘Sblocca Italia’ che aprono alla scelta della ricerca di idrocarburi in mare. Emiliano ha confermato di aver concordato con Vendola una linea comune che prevede il ricorso “contro tutti i provvedimenti che minacciano il nostro mare”. Il neo governatore ha inoltre annunciato “una legge sulla partecipazione attiva che renderà più difficile – ha detto – attentare all’ambiente”. Per Introna “occorre anche aprire il canale di dialogo sempre auspicato con l’Europa, un confronto che conduca in tempi brevi ad una direttiva comunitaria di divieto dello sfruttamento del mare”.
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