Confermata la condanna a 6 anni e mezzo di reclusione inflitta in primo grado a Fabio Riva, in qualità amministratore della holding Riva Fire con cui la famiglia Riva controllava l’Ilva di Taranto. Risponde di associazione per delinquere finalizzata alla truffa per un presunto raggiro allo Stato da 100 milioni. I giudici della quarta corte d’appello hanno confermato tutte le pene inflitte dalla terza sezione penale il 21 luglio scorso: 5 anni di reclusione ad Alfredo Lomonaco, ex presidente della finanziaria elvetica Eufintrade; 3 anni ad Agostino Alberti, ex consigliere delegato della società Ilva Sa (società svizzera del gruppo Riva); e una sanzione di 1,5 milioni di euro alla società Riva Fire spa, imputata come persona giuridica ai sensi del decreto legislativo 231 del 2001 sulla responsabilità degli enti per i reati commessi dai propri dipendenti. Secondo le accuse, Riva, Lomonaco e Alberti avrebbero indebitamente 100 milioni di contributi per l’export. Riva e Lomonaco sono ritenuti i promotori del sodalizio criminale e Alberti un partecipante. Con loro era inizialmente imputato anche Emilio Riva, padre di Fabio e patron del gruppo, nel frattempo deceduto. (Ansa)