Ognuno, religioso o laico, può e deve rispondere a questa chiamata con un’azione urgente e incisiva. Come afferma l’Enciclica, l’ambiente è un patrimonio collettivo dell’umanità e la responsabilità della sua cura cade su noi tutti. Greenpeace ha sempre condiviso questa visione. Ecco perché, con il sostegno di milioni di persone, vogliamo impedire a Shell di trivellare nell’Artico per estrarre petrolio.
Il passaggio dell’Enciclica in cui si afferma che “la tecnologia basata sui combustibili fossili, altamente inquinanti – specialmente il carbone, ma anche il petrolio e, a un livello minore, il gas – devono essere sostituiti gradualmente e senza ritardi” è un chiaro messaggio diretto a investitori, amministratori delegati e leader politici affinché accelerino la rivoluzione energetica verso fonti pulite.
La critica a “coloro che detengono la maggior parte delle risorse e del potere economico e politico […] che cercano di minimizzare alcuni degli impatti negativi dei cambiamenti climatici” è una risposta chiara ai negazionisti e a chi vuole ostacolare il progresso. Questo atteggiamento disonesto deve cessare immediatamente. Papa Francesco ricorda a tutti l’imperativo morale di combattere l’ingiustizia climatica e sociale. Sono più i poveri a essere maggiormente colpiti dai cambiamenti climatici, pur avendo contribuito meno di tutti a causare il problema.
«Apprezziamo la chiarezza e il modo diretto con cui l’Enciclica sottolinea la debole risposta della politica internazionale ai cambiamenti climatici, con troppi interessi particolari che prevalgono sul bene comune», dichiara Martin Kaiser, a capo dell’Unità sul Clima di Greenpeace International. «Le parole del Papa dovrebbero svegliare i capi di governo troppo compiacenti, incoraggiarli ad adottare leggi severe nei rispettivi Paesi per proteggere il clima e a siglare un ambizioso protocollo internazionale alla Conferenza di Parigi prevista a fine anno».
È inoltre molto importante l’appello di Papa Francesco ai leader politici per la protezione delle foreste e degli oceani, una richiesta che arriva dagli scienziati e dalle persone di tutto il mondo. Speriamo infine che la Banca del Vaticano si unisca al crescente movimento che sta disinvestendo da carbone, petrolio e nucleare per sostenere le energie rinnovabili, in sintonia con le parole di Papa Francesco. Così come auspichiamo un sostegno della Chiesa a una rivoluzione energetica a livello locale.
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