Taranto Isolaverde: la Provincia ha i soldi. Perché non paga?

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protesta isola verdeC’è qualcosa che non torna nella vicenda della società partecipata della Provincia. E lo si è capito ancor meglio durante l’incontro di ieri in Regione. I lavoratori di ‘Taranto Isolaverde’ sono senza stipendio dal 4 maggio scorso e la solidarietà è stata loro prorogata al 50% sino al mese di settembre: parliamo di poche centinaia di euro. Lo scorso 12 maggio la società inviò una nota ai sindacati, alla Provincia e ai lavoratori, nella quale ordinava ai lavoratori di restare a casa sino al 31 maggio in attesa degli eventi. Poi, nei giorni scorsi, la mancanza di notizie e soprattutto l’annuncio da parte del Cda della messa in liquidazione della società, avevano spinto i lavoratori prima ad occupare simbolicamente la sede dell’ente e in un secondo momento a proteste eclatanti come il blocco del Ponte Girevole e il salire sul tetto di palazzo D’Ayala. La scorsa settimana, durante il consiglio provinciale, si è deciso di attendere l’incontro di ieri per decidere il da farsi.

Il presidente della Provincia Martina Tamburrano ha chiesto da diversi mesi la riduzione di tre milioni e mezzo di euro i tagli per il riordino delle Province previsto dalla legge Delrio, in modo da impiegare le risorse a favore di ‘Isolaverde’ e garantire così la prosecuzione di alcuni servizi che l’ente eroga. Il Governo ha infatti previsto un taglio per gli enti provinciali di oltre un miliardo di euro a livello nazionale, eliminando le società partecipate e riducendo del 50% il personale dipendente, la Provincia di Taranto è tenuta ora a “restituire” allo Stato, 14 milioni e mezzo relativi al 2015, cui si aggiungono altri 5 milioni per il 2014, pena il commissariamento dell’ente. Motivo per cui la Provincia si è da tempo detto non più in grado di tutelare la società, senza gli opportuni finanziamenti.

Allo studio da diverso tempo, di concerto proprio con la Regione, vi è la possibilità di reimpiegare la stragrande maggioranza dei lavoratori nel progetto “Difesa del suolo”, per la realizzazione di opere per la messa in sicurezza del territorio prevenendo gli allarmi meteoreologici. E’ infatti alla Regione che spetta il compito di finanziare per 3 milioni e 600 mila euro tali interventi. Per nuove mansioni da far svolgere agli operai (sono in tutto 228 quelli interessati) si è anche pensato di coinvolgerli nella vigilanza idrogeologica e nel piano regionale di contrasto alla Xylella, il batterio che sta decimando gli ulivi pugliesi, in quanto l’Arif non riesce a soddisfare le attività previste dall’incarico ricevuto con i suoi dipendenti. Per l’istituto Paisiello invece, si attendono risposte concrete da parte del Governo per una sua eventuale statalizzazione. In ballo ci sono 58 docenti che rischiano il licenziamento.

Ciò detto, nella riunione di ieri si è appreso che la Provincia avrebbe a disposizione una ingente somma di crediti esigibili, intorno ai 950.000 euro, che poteva essere utilizzata per pagare gli stipendi degli operai: il perché ciò sino ad oggi non sia stato fatto non è dato sapere. Il che spiegherebbe anche perché durante l’incontro promosso dalla Camera di Commercio con i neo eletti consiglieri regionali, l’esponente del Pd ed ex assessore alla Sanità Donato Pentassuglia, rivolgendosi al presidente della Provincia Tamburrano che aveva nuovamente chiesto l’aiuto della Regione denunciandone la poca operatività, abbia di rimando chiesto piccatamente come mai la Provincia non avesse ancora inviato alla Regione la rendicontazione.

A tal proposito è intervenuta la Filcams Cgil di Tarano, con la componente di segreteria Paola Fresi, che ha dichiarato che “qualora ci dovessero essere dei fondi disponibili a pagare i loro stipendi, non si perda tempo inutile. Ne va non solo del benessere dei lavoratori e delle loro famiglie, ma anche di tutti i cittadini jonici ai quali i servizi dell’azienda della Provincia di Taranto, a partire dalla manutenzione stradale. Se è vero, come è emerso durante la riunione che la Provincia ha a disposizione una ingente somma di crediti esigibili, che poteva essere utilizzata per pagare gli stipendi degli operai, ci auguriamo che ci sia una spiegazione plausibile. Non ci sono i presupposti, quindi, per smobilitare i lavoratori. Non ci sono i presupposti per smettere il sit-in permanente sotto il palazzo della Provincia”. La riunione di ieri si è conclusa con un aggiornamento a venerdì. Staremo a vedere cosa ne uscirà fuori.

Gianmario Leone

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