Di fatto, nel transitorio, l’unica indicazione fornita ai lavoratori e finalizzata a evitare il pericolo, è quella di cambiare la posizione quando sono impegnati nel prelevare il campione di ghisa (manovra che sarebbe costata la vita al povero Alessandro). Poiché gli operai dell’altoforno sono costretti ad avvicinarsi al foro di colata per eseguire altre attività lavorative, com’è possibile considerare risolutivo l’intervento dello Spesal? E con quale stato d’animo, tensione, paura dovranno operare i lavoratori dell’Altoforno, ripensando alla tragica fine di Alessandro? L’intero stabilimento versa in condizioni di precaria sicurezza, si lavora su impianti fatiscenti e al collasso nei quali ogni giorno noi operai rischiamo la vita. Non abbiamo mai creduto alla “barzelletta” che per realizzare l’AIA, gli impianti debbano marciare. Al contrario di quanto affermano politicanti e sindacalisti, il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, ritiene che la realizzazione dell’AIA sia la vera utopia e il fermo delle fonti inquinanti, la bonifica e il reimpiego degli operai nelle stesse, l’unica soluzione per continuare a lavorare e salvaguardare la salute e la sicurezza di operai e cittadini.
Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti
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