‘Taranto Isolaverde ad un passo dalla liquidazione”

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protesta isola verdeÈ altissima la tensione tra gli operai di ‘Taranto Isolaverde’, società in house della Provincia di Taranto in grave crisi finanziaria. È stato liberato nel tardo pomeriggio il ponte girevole, che era stato occupato nella mattinata di ieri dopo la riunione del Consiglio di amministrazione dell’azienda, ma resta la protesta degli operai sul tetto di palazzo D’Ayala in città vecchia ed oggi sono previste ulteriori iniziative.

Gli oltre 200 dipendenti hanno appreso ieri che l’azienda è in liquidazione perché è stato accertato il debito di un milione e mezzo di euro, ma l’Amministrazione provinciale non ha i soldi per risanare. Questa mattina, secondo quanto annunciato dal segretario generale della Uil di Taranto Giancarlo Turi, si terrà un sit-in davanti al Palazzo della Provincia (presidiato sin da ora da agenti in assetto antisommossa) che si protrarrà sino al pomeriggio quando si riunirà il Consiglio provinciale. “Nel corso della giornata – aggiunge il sindacalista – avremo un primo momento di interlocuzione con il Prefetto di Taranto per iniziare a trovare le possibili soluzioni di una situazione che ad oggi si presenta come assolutamente drammatica”.

Tutto questo è successo dopo che nella mattinata di ieri, si è riunito il Consiglio di Amministrazione di “Taranto Isolaverde”, che ha approvato il bilancio ed attestato la perdita di oltre un milione di euro, che l’ente non è assolutamente in grado di sanare. Che potrebbe portare la Provincia di Taranto al dissesto finanziario. Al termine dell’incontro tra il presidente della Provincia Martino Tamburrano e Giovanni Quero presidente della società multiservizi, i sindacati sono stati informati dal fatto che “l’amministrazione provinciale ha approvato il bilancio unico dell’azienda in house “IsolaVerde” con una perdita di un milione e trecentocinquanta mila euro che l’ente non è però in grado di sanare”. Ciò comporta che “la società da oggi è in liquidazione per fallimento e 250 pendenti rischiano di perdere il proprio posto di lavoro”. Da qui i forti momenti di tensione tra i lavoratori, che si sono registrati nella giornata di ieri e che probabilmente proseguiranno anche in questi giorni, dopo l’occupazione simbolica di lunedì e martedì della sede dell’azienda.

Gli operai non ricevono stipendio da oltre due mesi, con la solidarietà al 50% che è stata prorogata sino al prossime mese di settembre, ma sino ad ora nessuna azione concreta è stata messa in campo, ad oggi, dalle istituzioni locali e nazionali, per porre rimedio ad una complessa vertenza che rischia di far sprofondare nel baratro della paura altre duecento famiglie. “È tutto fermo – hanno dichiarato ieri i sindacati -. In seguito alla richiesta di ridurre di tre milioni e mezzo di euro, i tagli per il riordino delle province e destinare quelle somme alla società per consentire l’erogazione di alcuni servizi, non sono giunte da parte del Governo risposte in merito”.

Per i prossimi giorni è stata dunque annunciata “un’ondata di scioperi senza precedenti. Non verranno più forniti i servizi essenziali. Verrà meno la manutenzione di strade e scuole e la pulizia degli spazi verdi”. Occorre, a detta delle segreterie provinciali di Uil Fpl Cgil Filcams, Cisl Fisascat e Cobas, “rimettere in piedi un’azienda in grado di erogare servizi alla popolazione. C’è da superare adesso un grosso problema di tenuta sociale”. “Servono i soldi per finanziare IsolaVerde, altrimenti i cittadini non riceveranno i servizi per i quali tutti paghiamo le tasse”, hanno concluso i sindacati.

La preoccupazione è massima visti anche i gesti eclatanti di protesta inscenati dai lavoratori della società nel corso di questa lunga vertenza. Come lo scorso 28 aprile, quando alcuni dipendenti sono salirono sul tetto del palazzo della Provincia e si sedettero sul cornicione, minacciando di lanciarsi nel vuoto. Trascorrendo tutta la notte sul tetto in segno di protesta, e continuando a manifestare il giorno dopo in occasione della riunione del Cda dell’azienda. Lo stesso accadde il mese scorso, con altri dipendenti che salirono in cima al tetto della Provincia. Nel mese di maggio dello scorso anno invece, un gruppo di operai si recò in un ex oleificio abbandonato sulla statale 106 e alcuni di loro si arrampicarono su un silos.

Oggi pomeriggio, come detto, si riunirà il consiglio provinciale. Dal socio unico della spa, cioè la Provincia, ci si attende una presa di posizione chiara sulla decisione del Cda di liquidare la società. Procedura di liquidazione che, è bene ribadirlo, non è ancora partita. Perché ciò avvenga in fatti, occorre infatti il voto favorevole dell’assemblea straordinaria e non è escluso che la decisione possa anche essere rivalutata. Quest’oggi se ne saprà senz’altro di più.

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