Esuberi Auchan: nessun accordo
Com’era prevedibile che fosse, si è concluso con un mancato accordo, il confronto di ieri a Roma per la vertenza Auchan tra azienda e sindacati nel terzo ed ultimo incontro utile per giungere ad un accordo sindacale nei tempi tecnici dall’apertura della procedura di mobilità. È stato infatti siglato il verbale di mancato accordo che trasferisce, ora, la questione al tavolo del ministero del Lavoro, da cui si attende al più presto una convocazione (30 i giorni di tempo per trovare una soluzione). La vertenza riguarda 1.345 esuberi (scesi di 81 dagli iniziali 1.426). Soltanto in Puglia sono in ballo 143 lavoratori impiegati negli ipermercati di Modugno, Taranto (50) e Mesagne. L’azienda non ha alcuna intenzione di rinunciare al piano degli esuberi annunciato da tempo: rifiutata ancora una volta la possibilità di applicare i contratti di solidarietà come richiesto in più occasioni dai sindacati di categoria.
“Nonostante anche in questo caso ci sia, da parte dei lavoratori, rappresentati dai sindacati di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, la volontà di ricorrere agli ammortizzatori sociali, comprendendo la particolarità del momento, da parte dell’azienda si alza insormontabile il muro dell’insensibilità. A Taranto, saranno cinquanta le persone messe in mezzo ad una strada, cinquanta famiglie che rischiano di trovarsi senza reddito. L’azienda ha previsto l’uscita incentivata dei lavoratori, e qualora non si arrivasse al numero previsto, avrebbe proceduto ai tagli, ovvero ai licenziamenti secondo i requisiti di legge. Su questo non siamo per nulla d’accordo” spiega Giovanni D’Arcangelo, segretario generale della Filcams Cgil Taranto. “Noi spingiamo per misure alternative, e per questo proponiamo che si intervenga con il contratto di solidarietà. Siamo inoltre disponibili a rivedere alcune posizioni sul contratto integrativo che l’azienda vorrebbe mandare in soffitta – prosegue -. L’azienda non vuole sentire ragioni, e quindi c’è stato il mancato accordo. Abbiamo un mese di tempo per far cambiare idea all’azienda al Ministero del Lavoro e non si esclude nulla in una vertenza così complicata” conclude D’Arcangelo.
Nell’incontro di ieri è emerso comunque che la mobilità volontaria e incentivata avrebbe una massiccia adesione da parte dei lavoratori, soprattutto del nord, secondo un’indagine condotta dall’azienda. In molti sarebbero interessati, con la conseguente sostanziale riduzione degli esuberi. Ricordiamo che a coloro i quali accetteranno la mobilità incentivata, saranno offerti 30mila euro, che tra l’altro non sono una cifra da capogiro, anzi. L’accordo tra le parti non è stato raggiunto soprattutto perché i sindacati hanno chiesto che l’eventuale intesa fosse inclusiva, cioè che prevedesse comunque l’uso di ammortizzatori sociali per coloro che resteranno esclusi dalla volontarietà. Ma come detto l’azienda ha posto un netto rifiuto a tale possibilità.
Auchan infatti beneficerà fino al 10 agosto 2015 di diversi trattamenti di integrazione salariale conseguenti alla stipula di contratti di solidarietà, ma per alcune delle sue sedi, è stato raggiunto il limite massimo di fruizione del trattamento di CIGS. Tali sedi, pertanto, potranno usufruire di un ulteriore periodo di integrazione salariale allorquando, nell’ambito della procedura di mobilità tutt’ora in corso, le parti concordino una gestione non traumatica degli esuberi di personale, sulla base del criterio della non opposizione al licenziamento. Il ministero dello Sviluppo economico, espressamente interpellato“per la parte di competenza, ha già manifestato la disponibilità ad aprire, ove richiesto, un tavolo di confronto tra le parti”.
Ricordiamo inoltre che a fine maggio, azienda e sindacati siglarono un’intesa per “arginare gli effetti della crisi delle vendite e del calo di fatturato attraverso la sospensione temporanea dell’istituto contrattuale del premio progresso e la definizione di nuove modalità di organizzazione del lavoro”. Questi in sintesi i punti condivisi nell’accordo siglatodalle organizzazioni sindacali di categoria Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs e la direzione di Sma che andava ad implementare a tutti gli effetti il piano di rilancio aziendale, nell’intento “di recuperare adeguati livelli di fatturato, redditività e quote di mercato e con l’obiettivo di contenere i crescenti costi di struttura non più sostenibili dalla catena di supermercati del gruppo francese Auchan nell’attuale scenario di crisi”.
L’intesa, che ha come obiettivo la salvaguardia dell’occupazione di circa 9.000 dipendenti di 217 supermercati – il 97% della rete vendita – prevede fino a tutto il 2016 la sospensione delle sei tranches del premio progresso riferito alle annualità 2015/2016. Con l’accordo vengono inoltre definite nuove modalità organizzative dell’orario di lavoro. Insomma, non certo un regalo per i lavoratori che adesso vivranno altri 30 giorni di passione.
Gianmario Leone