Teleperformance: è scontro totale con i sindacati – Sciopero e volantinaggio

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teleperformanceLa società Teleperformance Italia (In & Out S.p.a) ha ufficializzato l’avvio del processo di “societarizzazione” che, se confermato secondo i tempi tecnici di tale procedura, vedrà la creazione di due differenti realtà: una new.co che gestirà le commesse “Corporate”, frutto di accordi commerciali del Gruppo a livello mondiale, presso la sede di Fiumicino (Parco Leonardo – Roma); l’attuale società In & Out SpA che dalle sedi di Roma e Taranto continuerà a gestire le commesse frutto dell’attività commerciale “italiana” ed attualmente in perdita: tale compagine per l’azienda “dovrà trovare le modalità di pervenire ad un equilibrio di conto economico che non prescinda dalla tutela dei costi del lavoro e da una maggiore flessibilità – tipica di quest’attività – con la trasformazione degli attuali contratti ed il passaggio alle 20 ore settimanali, come in uso nella grande maggioranza del mercato di riferimento”.

Teleperformance ha espresso ai rappresentanti sindacali ed alle istituzioni nazionali e locali la preoccupazione per il futuro di tali attività, ed in particolar modo per la sede di Taranto, in vista della scadenza dell’accordo sindacale siglato a gennaio 2013, prevista il prossimo 30 giugno 2015. Persiste infatti per la società “una contingenza negativa del conto economico, condizionato dall’andamento non favorevole del mercato e dalla specificità della situazione di Teleperformance, dovuta anche all’eredità dei costi della stabilizzazione del personale “out-bound” che l’azienda, unica nel panorama nazionale, ha attuato nei tempi originariamente previsti, pervenendo alla creazione di circa 3.000 posti di lavoro a tempo indeterminato”.

Le ulteriori cause del perdurare della situazione negativa sono note, e riguardano in particolare “la riduzione generalizzata dei volumi delle commesse, le gare al massimo ribasso anche da parte della committenza pubblica, regole carenti e non in grado di inquadrare la tipicità di un settore labour intensive e che ancora consentono possibili speculazioni e offerte di dumping a danno delle imprese più corrette, un accesso ancora limitato delle istituzioni ai preziosi fondi europei per la formazione professionale degli addetti, leva strategica per la qualificazione del personale e dei servizi da loro erogati”.

Tali condizioni negative “hanno impedito sino a oggi di ottenere i risultati attesi dall’accordo del 2013, che sindacati e dipendenti avevano ragionevolmente approvato e che ha permesso comunque di tentare il rilancio della sede, unitamente alla copertura di circa 25 milioni di € di perdite subite dal 2009 ad oggi ad opera del Gruppo, che ha continuato ad investire e credere nel mercato nazionale. Una situazione però non più rinviabile in termini di soluzioni in grado di garantire un pareggio di bilancio entro almeno l’anno 2016”.

Per l’azienda è pertanto “necessario che le trattative in corso e gli sforzi congiunti siano tali da pervenire ad un rinnovo dell’accordo sindacale, identificando nuovi strumenti di flessibilità ed efficienza che consentano di proseguire nel progetto di rilancio della società”. Teleperformance “metterà in atto tutte le procedure societarie utili per il proseguimento dell’attività e l’acquisizione di nuove commesse, prevedendo un necessario incremento dell’efficienza operativa derivante dall’auspicabile rinnovo dell’accordo sindacale”.

 I sindacati di categoria hanno annunciato, a partire da domani, 4 giorni di sciopero con astensione dal lavoro nelle ultime due ore di ciascun turno. «Sono 25 giorni di battaglia – ha sottolineato il segretario generale della Slc Cgil di Taranto Andrea Lumino – che avremo davanti: non abbiamo ceduto al ricatto, non abbiamo intenzione di cedere successivamente. Le istituzioni non stiano a guardare: 2000 posti di lavoro a Taranto sono un’ecatombe per tutti. Noi siamo subito pronti». Da oggi parte il volantinaggio davanti allo stabilimento, che occupa anche circa mille lavoratori a progetto. L’accordo sindacale firmato nel gennaio 2013, scade il 30 giugno. L’azienda ha spiegato, a proposito della società ‘In e out’ che gestisce le sedi di Roma e Taranto, attualmente in perdita, che la compagine «dovrà trovare le modalità di pervenire ad un equilibrio di conto economico che non prescinda dalla tutela dei costi del lavoro e da una maggiore flessibilità». Scioperare due ore «per 4 giorni – ha osservato Lumino – vuol dire far perdere i livelli di servizio e bucare il mese su tutte le commesse. Se piangiamo noi, piangano anche loro» (Ansa).

 

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