Casartigiani accusa: “Patto Sociale per Taranto, ma solo per pochi”
“Se l’obiettivo di Taranto e delle sua provincia è quello di crescere, la mancanza di sinergia e confronto renderà l’impresa, già difficile ma attuabile, impossibile”. Così Mimma Annicchiarico, presidente provinciale di Casartigiani, lancia un’accusa ben precisa contro la Camera di commercio ionica. “Un’accusa – specifica – determinata dal fatto che il presidente Luigi Sportelli parla di Patto Sociale per Taranto, ma lo riduce solo a pochi fortunati”.
La Camera di commercio ha infatti organizzato ieri, martedì 9 giugno 2015, nella propria sede, un vertice con Gianni Liviano, Michele Mazzarano, Donato Pentassuglia, Cosimo Borracino, Giuseppe Turco, Francesca Franzoso, Renato Perrini, Marco Galante e Luigi Morgante. I nove sono stati chiamati al confronto sulle prospettive per il futuro di questa terra, in difficoltà oggi più che mai, sull’importanza della collaborazione. “Proprio su quest’ultimo punto, però, la Camera di commercio non è stata coerente, non avendo invitato a partecipare tutti i rappresentanti delle imprese, come la nostra associazione”, prosegue la rappresentante degli artigiani.
“Quella di un Patto per Taranto non è un’idea innovativa, era già stata proposta dagli stessi esponenti politici ed anche io in prima persona – scrive ancora la numero uno di Casartigiani – insieme ad altri soggetti ho inviato una richiesta di ascolto non solo ai consiglieri regionali, ma anche a Comune e Provincia, affinché l’impegno per uscire dalla crisi che ci attanaglia sia davvero totale, coinvolgendo tutti i livelli istituzionali”.
“La Camera di commercio forse è convinta di rappresentare tutte le realtà imprenditoriali del territorio ma così non è. Ho deciso di partecipare comunque all’appuntamento e quando ho tentato di prendere la parola mi è stato impedito di esprimermi e porre dei quesiti. Se è questa la ricetta pensata per la nostra città ne prendo le distanze. Dovremmo ritrovarci, aiutarci, non cercare delle facili ma inutili posizioni di supremazia. Quando necessario, del resto, ad essere chiamate e coinvolte sono direttamente tutte le associazioni di categoria, proprio quelle dalla Camera di commercio in questa occasione escluse. Mancanza di democrazia a parte, mi trovo inoltre a dover evidenziare la quasi totale assenza di contenuti del tavolo qui messo all’indice, in quanto non sono state formulate delle tesi, né delle proposte. Insomma – prosegue – si è trattato dell’ennesima scena finalizzata al nulla”.
“Sia chiaro – così conclude – che la mia critica ha come unico fine quello di essere costruttiva, ed è con questo spirito che mi rivolgo a tutti coloro i quali sono portavoce dell’economia del nostro territorio, che invito ad unirsi, in modo che un patto per Taranto possa davvero, finalmente, vedere la luce. Abbiamo bisogno di lavorare duramente ma anche di essere ascoltati e rappresentati, in Regione come altrove, con quanta più passione possibile”.