E ciò per garantire una efficace informazione e partecipazione dei cittadini destinatari, al fine di condividere il servizio offerto dalle società di gestione e, allo stesso tempo, di contemperare l’interesse collettivo per l’esposizione a campi elettromagnetici dannosi per la salute, i cui effetti andrebbero a sommarsi a quelli già molto critici legati alle emissioni delle altre fonti di inquinamento presenti sul nostro territorio. E’ stato, a tal proposito, riportato l’esempio di alcuni Comuni virtuosi, come il Comune di Bari, il cui piano delle antenne è redatto non dai gestori di telefonia, ma dal Comune stesso, attraverso uno studio tecnico approfondito che individua i siti più idonei nel rispetto della salute degli abitanti. Non è poi stato sciolto il dubbio su chi, tra Arpa e Comune di Taranto, debba garantire la consultazione via web dell’intera mappa delle installazioni di impianti per la telefonia mobile con relative emissioni, le schede tecniche delle antenne, la documentazione autorizzativa e l’elenco aggiornato a scadenza triennale dei siti “pubblici” sui quali, in accordo con i gestori, è preferibile installare nuovi impianti ed eventualmente delocalizzare quelli già esistenti.
Si è rilevata, poi, anche la violazione dell’art. 3 del regolamento, dato che le cinque società di te-lefonia mobile richiedenti hanno omesso di presentare la relazione tecnica che dovrebbe riporta-re contenuti ed obiettivi dello sviluppo della rete a firma di un tecnico qualificato. Ed infatti, le osservazioni delle associazioni presenti, hanno evidenziato l’importanza del ruolo del responsabile dell’Ufficio Antenne che dovrebbe essere rivestito da un tecnico, un ingegnere che abbia esperienza e competenza sui campi elettromagnetici, anche se sarebbe altresì auspi-cabile la costituzione di un’equipe di tecnici esperti nella rilevazione elettromagnetica, tra l’altro prevista dal Regolamento Comunale, che sia da supporto al Responsabile dell’Ufficio Antenne.
Tra le altre proposte avanzate dalle associazioni e comitati di cittadini presenti, vi è stata quella di coinvolgere l’amministrazione comunale nella scelta dei siti di prossima installazione, privile-giando le aree e gli edifici pubblici lontani da zone sensibili come scuole e strutture socio-sanita-rie e siti densamente abitati perché le scelte di una buona amministrazione devono essere in-nanzitutto orientate alla tutela della salute dei cittadini nonché alla salvaguardia del paesaggio; secondo il suggerimento di una delle associazioni le antenne potrebbero essere installata nei pressi dei campi di calcio, di arene o stadi poiché siti lontani dalle abitazioni e quindi frequentati in misura minore.
Si è inoltre invitata l’amministrazione a farsi carico del monitoraggio costante delle emissioni elettromagnetiche che non devono oltrepassare i limiti imposti da leggi nazionali e regionali, limite massimo di 6 volt /metro e max due impianti sullo stesso sito, evitando così il superamento della soglia di rispetto. Detti controlli potrebbero essere finanziati con gli eventuali introiti provenienti dai canoni di affitto versati al Comune dalle compagnie telefoniche. Queste indicazioni potrebbero aiutare il Comune ad evitare la proliferazione selvaggia sul nostro territorio di impianti di antenne telefoniche da parte dei gestori che ovviamente perseguono interessi legati a profitti aziendali, trascurando l’interesse della collettività.
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