A Taranto diventa difficile ricevere le risposte giuste, anche quando le domande non hanno carattere polemico ma esclusivamente conoscitivo. Due ingegneri della ditta Axa e l’architetto direttore dei Lavori per conto del Comune, hanno brevemente illustrato le operazioni, dichiarandole di “bonifica”, e quindi hanno dato spazio alle domande dei cittadini. Premettendo che non ha alcun senso bonificare se le fonti inquinanti sono ancora attive, i primi dubbi sulla reale efficacia di questo intervento si sono evidenziati facendo una semplice osservazione: le operazioni di “bonifica” previste da queste lavorazioni riguardano solo alcune delle porzioni dei terreni interessati dalla contaminazione, quindi ci saranno aree del quartiere Tamburi che rimarranno comunque contaminate.
In pratica, mentre in certe zone si tolgono trenta centimetri di terreno inquinato, in altre si lascia tutto così com’è, secondo un criterio di scelta delle aree che non appare davvero razionale. Il criterio di scelta delle zone da “bonificare” ha tenuto conto delle reali esigenze di svago dei bambini oppure ci si è limitati a una fredda analisi matematica? Scendendo ancora più nel dettaglio, le analisi dei campioni di suolo/sottosuolo (cioè a profondità fino a 1 m) hanno rilevato contaminazioni di Berillio, Antimonio, Piombo, Zinco, PCB, Idrocarburi pesanti, e nel suolo profondo (a profondità maggiori di 1 m) per Antimonio e Arsenico, Berillio, Cromo totale, Nichel, Cobalto e Idrocarburi pesanti. Per il suolo superficiale, il rischio associato a questa contaminazione per le sostanze cancerogene è stato calcolato come “non accettabile”. Anche il rischio totale per le sostanze non cancerogene, scenario bambini, dal suolo superficiale è risultato “non accettabile”.
Sulla base di queste considerazioni, è stata chiesta ai tecnici quale sia la reale efficacia di tale intervento, giacché la rimozione di soli trenta centimetri non azzera il rischio sanitario, proprio perché le contaminazioni sono più estese in profondità. Appare evidente la valutazione che non è ancora consigliabile permettere ai bambini di ritornare a giocare nelle aiuole. Infine, ha senso parlare di bonifica se le fonti inquinanti sono ancora attive, compromettendo tutto il lavoro che si sta svolgendo? A questa domanda, i tecnici hanno risposto con la “rassicurante” considerazione che l’ILVA comunque ha oramai bassi livelli di produzione, e quindi d’inquinamento, senza però citare le fonti di questi dati. Ci chiediamo ancora come mai persista l’assenza delle istituzioni a queste riunioni farsa, giacché gli stessi tecnici hanno dichiarato di non poter esprimere valutazioni in merito. A cosa è servito incontrarsi oggi? La risposta a questa domanda l’hanno data gli stessi tecnici intervenuti: “Forse abbiamo trovato la mattinata meno idonea”.
Liberi Cittadini di Taranto
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