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Bonifiche e ambiente: a Taranto si formano esperti – Avviati Master e laboratori

 La sfida è ambiziosa: capovolgere il paradigma di  “Taranto = città inquinata” in quello di “Taranto = città per la ricerca sull’inquinamento”. Di questo si è parlato ieri pomeriggio, nell’Aula Magna del Polo Scientifico Tecnologico, al quartiere Paolo VI, nel corso del dibattito sul tema:“Formazione e ricerca per l’innovazione tecnologica per l’ambiente a Taranto”.

L’evento ha chiuso il percorso intrapreso con il Pon “Magna Grecia” (Programma Operativo Nazionale “Ricerca e Competitività”), finanziato per 9,5 milioni di euro dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.  L’obiettivo era chiaro: potenziare il sistema universitario (UNIBA, sede decentrata di Taranto, POLIBA, sede decentrata di Taranto) per contribuire al reale funzionamento del Polo Scientifico Tecnologico “Magna Grecia”.  Un traguardo importante, giunto a distanza di sette mesi dall’inaugurazione della struttura, lo scorso 21 ottobre, che ha visto il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, protagonista del taglio del nastro e di una visita ai laboratori.

Passare dalla formazione di eccellenza all’operatività sul territorio: è questo il passaggio decisivo che si appresta a vivere il Polo Scientifico Tecnologico dopo aver dato vita a cinque Master incentrati sulle tematiche ambientali, con particolare riferimento alle problematiche del territorio jonico provato da decenni di inquinamento industriale. Attraverso il  Pon “Magna Grecia” sono stati realizzati: un laboratorio di “Chimica ambientale”, suddiviso a sua volta in tre ampi laboratori; un laboratorio di “Osservazione della terra” (geologia e geofisica);  un laboratorio di “Scienze del mare” (ecologia e geofisica marina); un laboratorio di “Open innovation ed e-learning” (informatica). I cinque master attivati formano: “Manager della ricerca”, “Esperto di gestione di trattative commerciali complesse su materie di alto contenuto tecnico”, “Esperto in bonifica dei siti contaminati”, “Esperto nella gestione dei rifiuti e nell’innovazione nelle filiere del riciclo”, “Esperto in rischi naturali e antropogenici”.

«Il risultato raggiunto è stato molto positivo – ha commentato Felice Uricchio, Rettore dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” – in pochi mesi è stata portata avanti un’attività particolarmente intensa sia attraverso la formazione, i cinque master, che mediante l’allestimento dei laboratori che rappresentano una risorsa anche per la fase successiva. Con la strumentazione scientifica allocata nella sede del Polo è possibile affrontare tante problematiche legate soprattutto alle bonifiche e all’ambiente, anche in virtù della collaborazione intrapresa con il Commissario straordinario per le bonifiche Vera Corbelli e svolgere attività di contrasto ai traffici illeciti e alla tombatura illegale di rifiuti per cui è stata già avviata una collaborazione virtuosa con le istituzioni».

Al dibattito non ha potuto partecipare la Corbelli, in quanto impegnata a Bruxelles per incontri istituzionali che avevano come oggetto anche il territorio ionico, rappresentata per l’occasione dal suo collaboratore Gennaro Capasso. «Il percorso da seguire in merito al mar Piccolo è già stato avviato – ha dichiarato – adesso c’è da definire il percorso sull’Area Vasta e sul programma di misure su tutta l’area di crisi ambientale richiesto al Commissario per le bonifiche attraverso l’ultimo decreto su Taranto. Il Polo Scientifico Tecnologico potrà fornire il suo supporto”. Intanto, per metà giugno, è previsto l’atteso incontro pubblico voluto dalla Corbelli per fare il punto sulle bonifiche, con riferimento anche alle scelte da attuare sul mar Piccolo.

«I laboratori del Polo sono stati pensati e realizzati attingendo dalle migliori tecnologie oggi disponibili – ha spiegato il prof.  Angelo Tursi, Prorettore dell’Università degli Studi di Bari e responsabile scientifico del Polo – è stata una scelta strategica per la città di Taranto rispetto alle problematiche che il territorio deve affrontare in termini di bonifica e risanamento ambientale. Abbiamo puntato anche ad una formazione specialistica nei vari settori per qualificare persone in grado di utilizzare al meglio queste tecnologie. La cosa più importante è avere già in mano dei progetti di ricerca finanziati grazie ai quali i giovani selezionati potranno operare nei laboratori e sul territorio tarantino. Abbiamo intrapreso una sfida importante che vede protagonisti i giovani che vogliono investire su se stessi e sulla loro città».

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