Porto di Taranto, una settimana decisiva

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porto-taranto-containers-ilvaComincia oggi una settimana importante per le vicende del terminal container di TCT ed Evergreen, tra l’imminente scadenza della cassa integrazione per i 540 addetti all’infrastruttura portuale (giovedì 28 maggio), l’assemblea degli azionisti della società Taranto container terminal (prevista per oggi), e la chiusura dei termini per la presentazione delle manifestazioni di interesse (sempre quest’oggi), da parte delle imprese, per i lavori relativi alla sistemazione della radice del molo polisettoriale. Una delle opere, questa, del pacchetto di interventi di adeguamento dello stesso terminal container. Molto attesa, in particolare, è ovviamente l’assemblea degli azionisti di Taranto container terminal (Hutchinson col 50 per cento, Evergreen col 40 e il gruppo Maneschi col restante 10) chiamata a dare una risposta definitiva sulla pre-intesa siglata nei giorni scorsi a Palazzo Chigi.

L’assemblea si terrà questa mattina in prima convocazione e domani in seconda; il consiglio di amministrazione della società, riunitosi nei giorni scorsi, ha infatti delegato la risposta sulla pre-intesa per l’infrastruttura di Taranto con il Governo, firmata anche dal sindaco di Taranto e dal presidente dell’Autorità portuale tarantina, e che si articola su una serie di punti tra cui il rinnovo della cassa integrazione che scade a fine mese e la conferma del cronoprogramma dei lavori di adeguamento e potenziamento del terminal container, con le prime opere pronte tra fine primavera e inizio estate 2016. Previsto poi che TCT si faccia carico, nell’anno di vigenza della cassa, degli investimenti che le competono direttamente (manutenzione delle gru). Infine, la pre-intesa stabilisce il ritorno a Taranto, dal 2017, del traffico container.

Movimento oggi inesistente dopo la decisione di Evergreen di togliere Taranto dall’approdo delle navi oceaniche e di localizzare dal 20 maggio a Bari un “feeder” con lo scalo greco del Pireo, e di Taranto container terminal di fermare l’operatività dell’infrastruttura a seguito dell’avvio dei cantieri per i lavori di adeguamento. “Attendiamo nelle prossime ore la risposta di TCT – spiega Sergio Prete, presidente dell’Autorità portuale all’agenzia di stampa AGI – ci auguriamo ovviamente che sia positiva. Io stesso sarò a Roma da domani a giovedì. Se da Tct arriverà l’ok alla pre-intesa, il Governo definirà subito il rinnovo della cassa integrazione per il personale della società che è il problema più urgente che abbiamo. Se la risposta dovesse essere negativa, il Governo è comunque impegnato ad intervenire per salvaguardare i lavoratori”.

Scadono come detto sempre oggi i termini entro i quali le imprese devono avanzare all’Autorità portuale di Taranto le manifestazioni di interesse per la realizzazione degli interventi relativi alla sistemazione della “radice” del molo polisettoriale, banchina, quest’ultima, dove dal 2001 opera il terminal container di Evergreen. Chiusi i termini, entro il 26 maggio l’Autorità portuale vaglierà quindi le manifestazioni di interesse pervenute e selezionerà le tre imprese da invitare per la presentazione della vera e propria offerta. I lavori saranno affidati con procedura accelerata rispetto ad una normale gara di appalto. L’intervento ammonta a circa 15 milioni, dispone già il progetto esecutivo e rientra nel pacchetto delle quattro opere di rilancio del terminal a cui Evergreen subordina il mantenimento della sua presenza a Taranto. Due delle quattro opere, invece, adeguamento della banchina e dragaggio per portare i fondali ad una profondità di 16,50 metri, sono già stati appaltati tra fine dicembre 2014 e febbraio scorso. Nei giorni scorsi, invece, è arrivato all’Authority di Taranto il decreto congiunto dei ministri dell’Ambiente e dei Beni culturali con cui si esprime Valutazione di impatto ambientale favorevole al progetto per la costruzione della diga foranea.

La diga è il quarto intervento del programma. Il decreto è corredato da una serie di prescrizioni ambientali alle quali l’esecutore della diga dovrà attenersi. Molti controlli sono delegati all’ARPA Puglia. L’opera, però, non può ancora essere appaltata perché deve arrivare il decreto ex articolo 5 bis della legge 84 del ‘94 col quale si autorizza il dragaggio funzionale alla costruzione della diga. “Ma è un provvedimento in fase di emissione essendo sostanzialmente già pronto – afferma ancora il presidente dell’Autorità portuale, Prete -. Piuttosto, le numerose prescrizioni ambientali per la diga, dovute anche al fatto che Taranto è un’area Sin, Sito di interesse nazionale, ci obbligano a rivedere il quadro economico del progetto. A questo punto, i 14 milioni stimati non sono più sufficienti. Servirà di più e i maggiori oneri, tra prescrizioni, controlli e monitoraggi ambientali, saranno a carico di chi realizzerà l’intervento oltreché della stessa Autorità portuale. Per la diga dovremo fare un appalto integrato poiché, al contrario della “radice” del molo, non abbiamo ancora il progetto esecutivo”.

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