Teleperformance: una commissione con i sindacati per trovare un’intesa
I vertici di Teleperformance Italia e le organizzazioni sindacali, nel corso di un incontro che si è svolto ieri nella sede di Confindustria Roma, hanno concordato di istituire una commissione congiunta che si insedierà quest’oggi e nei prossimi giorni provvederà ad approfondire i temi oggetto della trattativa dopo la richiesta dell’azienda di ridurre il monte ore e aumentare la flessibilità per far fronte alla crisi del settore che potrebbe portare alla vendita della sede di Taranto. Il precedente accordo sindacale scadrà infatti il prossimo 30 giugno. L’azienda durante l’incontro ha confermato la necessità di realizzare “un percorso di sostenibilità e rilancio della filiale italiana, che non potrà non prescindere dal rinnovo di quest’importante accordo sindacale – grazie al quale è stato anche possibile erogare maggior lavoro e reddito ai lavoratori rispetto agli anni precedenti -, da una maggiore flessibilità nella gestione operativa e quindi dalla trasformazione dei contratti a 20 ore”.
E’ stato quindi concordato di istituire una commissione congiunta tra azienda e rappresentanze sindacali “nell’auspicabile intento di trovare un punto di mediazione ed intesa anche funzionale alla salvaguarda della tenuta occupazionale – ha sostenuto l’azienda -. Il mercato Italia, ancora fortemente caratterizzato dal dumping e dalle gare al massimo ribasso sostenute da un utilizzo speculativo degli sgravi contributivi a solo vantaggio della committenza, è ancora distante da condizioni tali da consentire alle grandi multinazionali del settore di poter operare evitando di generare perdite sino ad oggi sempre finanziate dalla case madri, con l’esigenza di un deciso intervento da parte del Governo atto a regolamentare definitivamente un comparto strategico per la qualità dei servizi erogati ai consumatori ed ai cittadini e che esprime a totale Italia oltre 80.000 lavoratori”.
Di tutt’altro tenore lo stato d’animo dei sindacati. “Abbiamo confermato a Teleperfomance la disponibilità a ragionare sulla flessibilità per quello esclusivamente previsto dal contratto è ribadito che è invece inaccettabile il rinnovo dell’accordo che preveda il demansionamento dei lavoratori”. Questo quanto affermato da Andrea Lumino, segretario della Slc Cgil di Taranto al termine dell’incontro svoltasi ieri, dopo che l’azienda nei giorni scorsi ha annunciato la volontà di mettere sul mercato la sede di Taranto e Roma mettendo così a rischio circa 2mila posti di lavoro. Il rischio per la seconda realtà lavorativa del capoluogo ionico, infatti, rischia di diventare il colpo di grazia del tessuto economico e sociale di una comunità già provata da una dalla crisi. Se infatti il piano aziendale dovesse fallire, si rischierebbe una situazione tragica in cui 2mila giovani e le loro famiglie, finirebbero per strada.
“È una situazione che non possiamo nemmeno immaginare ed è per questo che abbiamo manifestato la nostra disponibilità a ragionare, ma non sulla pelle dei lavoratori. Non posso pagare sempre e solo i dipendenti. L’azienda – ha aggiunto Lumino – ci ha comunicato che entro i prossimi 15 giorni dovremmo ricevere le raccomandate per avvio processo di societarizzazione e provare a salvare la situazione ha chiesto il passaggio a 20 ore di lavoro settimanali, la conferma dell’accordo su livelli, scatti di anzianità, Tfr e tredicesima. Non solo. Teleperformance ha manifestato la necessità di rendere ancora più flessibili gli orari di lavoro con turni spezzati e una serie di altri punti che rimandiamo al mittente confermando che per questi aspetti è invece doveroso tornare a quanto previsto dagli accordi precedenti al 2013. Inoltre – ha aggiunto il sindacalista tarantino – l’azienda ci ha concesso 10 giorni di tempo per trovare una soluzione prima che parta la societarizzazione, ma le nostre posizioni sono chiare: non ci possiamo e dobbiamo piegarci a richieste che minano i diritti dei dipendenti”.
Per Lumino, infine, questo è “solo il primo ed emblematico di una lunga serie di crisi che finiranno sul tavolo del Governo se non dovesse cambiare la posizione di “silenzio complice” che da troppo tempo ha adottato. La Slc Cgil resterà al fianco delle lavoratrici e dei lavorati dei call center guardando esclusivamente ai loro diritti ed è anche per questo che abbiamo scelto di essere in piazza Immacolata a Taranto, domenica 24 maggio, per partecipare al flash mob ‘ci riducete in mutande”.