Il vescovo di Taranto all’assemblea Cei: “Lavoro e ambiente priorità”
Dalla piaga della disoccupazione, specie giovanile e al Sud, dove “la casa del vescovo rischia di diventare ufficio di collocamento”, al dramma di Taranto, dove c’è “la clamorosa emergenza ambientale per le letali emissioni prodotte nel tempo dalla grande industria”. Sono i capisaldi dell’intervento che l’arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, ha svolto stamani alla 68/a assemblea generale della Conferenza episcopale italiana. Riferendosi al problema del lavoro, mons. Santoro ha aggiunto che la casa del vescovo rischia di diventare anche “punto di accoglienza delle innumerevoli sofferenze del nostro popolo particolarmente mediante l’azione della Caritas”. Quanto ai problemi ambientali di Taranto, “il conflitto ingiusto tra lavoro e difesa dell’ambiente e della salute rimane ancora aperto; e siamo in attesa che il decreto Renzi, diventato legge, cominci a essere attuato”.
L’arcivescovo ha ricordato che, celebrando di recente il precetto pasquale all’Ilva di Taranto alla presenza del ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, è stato fatto presente che “la vita è sacra sempre. Nulla può giustificare la sua distruzione”, e che già 25 anni fa san Giovanni Paolo II, all’epoca pontefice, lanciò un campanello d’allarme sulla situazione ambientale di Taranto. “Quel campanello oggi – ha detto mons. Santoro nell’intervento alla Cei – è diventato un clamore, una sirena assordante. Questo tema dell’ambiente e della vita non può essere più obliato e deve essere costantemente ripreso come lo sarà nella prossima Enciclica del Santo Padre Francesco”. L’arcivescovo ha aggiunto di guardare “con grande preoccupazione alle trivellazioni nell’Adriatico e nello Ionio, come anche alla Tap nel Salento, ai nuovi impianti di Tempa Rossa a Taranto e alla triste piaga della Xylella nel Salento”, ricordando che di recente, in un convegno a Firenze, la Conferenza episcopale pugliese ha vissuto un momento di studio sul tema dell’ambiente e della custodia del creato.