Xylella, D’Amato (M5S) a Bruxelles: “Rivedere il piano Ue”
“Quella della Xylella è un’emergenza che interroga e coinvolge tutta l’Europa. Siamo assolutamente consapevoli che questo batterio è un patogeno da quarantena e che come tale va trattato. Ma le risposte della Commissione europea devono basarsi su presupposti scientifici e le sue misure devono tenere conto delle conseguenze ambientali, economiche e sociali. Purtroppo, il piano anti-Xylella elaborato dall’Ue non rispecchia tali indirizzi e tradisce una pericolosa approssimazione dettata da allarmismo e pressioni egoistiche dei singoli stati membri. Per questo, siamo qui a chiedere un cambio di direzione. Il piano Ue può e deve essere cambiato. Non lo chiedono solo i pugliesi, ma esperti e organizzazioni di categoria di tutta Europa”.
Così l’eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Rosa D’Amato, ha aperto oggi al Parlamento europeo di Bruxelles la tavola rotonda sull’emergenza Xylella. All’incontro, promosso dalla parlamentare tarantina, partecipano esperti e rappresentanti dell’Organizzazione mondiale della Sanità, dell’Efsa (l’agenzia Ue per la sicurezza alimentare), delle principali organizzazioni europee del settore agricolo (Copa-Cogeca, Cia, Confagri) e del biologico (PanEurope e Federbio).
“Ho promosso questo incontro – continua D’Amato – perché il problema non è solo come l’Europa affronta il caso degli ulivi pugliesi, ma come l’Ue intende far fronte alle evidenti carenze nel prevenire e affrontare rapidamente casi come quello della Xylella. Il blocco delle importazioni di piante vive, per esempio, è una misura emergenziale. Nel lungo termine, occorre potenziare il sistema di controlli e soprattutto promuovere la ricerca scientifica. Per quanto riguarda il disseccamento degli ulivi in Puglia – conclude – occorre evitare l’uso di pesticidi su larga scala. Vanno riviste assolutamente anche le eradicazioni e il divieto di impianto di tutte le piante ospiti nella zona potenzialmente infetta, cercando di privilegiare il più possibile misure alternative. Infine, la questione della vite, che è stata inserita della lista delle piante suscettibili di controllo per l’esportazione ma che, secondo differenti studi, sembrerebbe non essere attaccabile da questo ceppo di Xylella”.