“Una prima risposta netta e importante contro le scelte gravi ed irresponsabili della dirigenza Auchan – ha commentato Fabrizio Russo, segretario nazionale della Filcams CGIL – che nonostante anni di sacrifici sostenuti dai lavoratori ed una forte assunzione di responsabilità da parte del sindacato per salvaguardare l’occupazione, non ha esitato a mettere in discussione, un giorno per l’altro, centinaia di posti di lavoro”. “Non è sufficiente essere dispiaciuti per i licenziamenti -, continua Russo – è necessario trovare soluzioni alternative per gestire la difficile fase in cui versa l’azienda ed evitare che siano i lavoratori a subirne le conseguenze”.
Importante partecipazione anche all’Auchan di Taranto, dove l’azienda ha previsto 50 esuberi. Nella giornata di sabato soltanto due le casse aperte all’interno del grande ipermercato. “E’ stata una risposta decisa, corale, fortemente unitaria, quella dello sciopero nazionale di oggi, sabato 9 maggio, pari alla sfida dura che Auchan ha lanciato al sindacato con la disdetta unilaterale della contrattazione integrativa, di tutti gli accordi ad esso collegati e con la procedura di licenziamento collettivo per 1.426 dipendenti di 32 ipermercati della rete vendita e della sede societaria in Italia, 50 dei quali a Taranto – scrive in una nota Antonio Arcadio segretario generale della Fisascat Cisl -. La Fisascat Cisl Taranto Brindisi ringrazia le lavoratrici e i lavoratori dell’ipermercato sito in via per San Giorgio Ionico, i quali hanno aderito massicciamente allo sciopero ed i migliaia di cittadini che hanno manifestato loro solidarietà convinta concretizzata nella decisione, dal profondo valore sociale, di omettere di fare acquisti”.
“Stigmatizziamo, allo stesso tempo, la gravissima scorrettezza consumata dalla stessa Auchan sia nei confronti della città che dei lavoratori, nel trasferire per la giornata di sciopero propri dipendenti di Mesagne, in sostituzione degli aderenti all’iniziativa – scrive ancora Arcadio -. Per quanto ci riguarda, confermiamo la nostra disponibilità a confrontarci con la multinazionale francese, già nell’incontro fissato per il 12 maggio, a fronte della situazione di difficoltà in cui essa dichiara di versare ma non ci sottrarremo dal rilevare l’azzardo delle politiche commerciali e di sviluppo messe in atto dall’attuale management, vera causa dello stato di crisi attuale”.
Intanto, viene confermato lo stato di agitazione già proclamato unitariamente anche dalla segreteria nazionale Fisascat Cisl “e qualora l’azienda si accanisse, specialmente contro i 13 punti vendita di Campania, Puglia e Sicilia dove i lavoratori coinvolti dalla procedura di licenziamento sono 578, oltre un terzo del numero complessivo interessato dalla mobilità, potremo dare corso all’ulteriore pacchetto di 8 ore di sciopero, a seguito delle assemblee già programmate, nella nostra unità produttiva di Taranto – conclude Arcadio -. Auspichiamo, infine, che le istituzioni a tutti i livelli, il Governo innanzitutto, operino per la crescita del potere di acquisto di salari e pensioni, perché il Paese consolidi i segnali di ripresa economica certificati recentemente dall’Istat, sia reso più competitivo e attrattivo e si possa implementare una crescita occupazionale importante nei numeri e nelle aspettative di milioni di disoccupati e di giovani in particolare”.
“Il 12 maggio – dichiara invece Marco Dell’Anna della Uil Tucs Puglia – ci sarà il primo incontro con l’azienda relativo alla procedura di mobilità avviata per 1426 esuberi a livello nazionale, 58 a Modugno, 35 a Mesagne e 50 a Taranto. L’obiettivo è far desistere l’azienda dai licenziamenti e gestire le difficoltà economiche denunciate con interventi sostenibili, che non siano la sospensione della quattordicesima e il demansionamento proposti. Questa è solo la prima di una serie di iniziative – conclude Dell’Anna – che vedranno anche il coinvolgimento delle istituzioni locali”. Come detto, il primo incontro tra sindacato ed Auchan, per discutere dei 1426 esuberi dichiarati dall’azienda, si terrà domani a Roma.
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