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Xylella: riconsegnati i pc sequestrati all’Università di Bari

È stato riconsegnato ieri mattina all’Università di Bari e al Cnr tutto il materiale informatico sequestrato lunedì scorso dal Corpo Forestale e dalla Guardia di Finanza di Lecce, nell’ambito dell’inchiesta penale aperta dalla Procura salentina sulle modalità di diffusione della Xylella, il batterio ritenuto responsabile del disseccamento rapido degli ulivi nel Salento. Personale del Corpo Forestale e della Guardia di Finanza ha riconsegnato 15 computer e hard disk e pen drive per un totale di 19 pezzi informatici il cui contenuto è stato ridotto in copia forense da un consulente tecnico nominato dalla Procura.

La Commissione Ue prevede l’entrata in vigore “entro la settimana del 18 maggio” delle nuove misure anti-Xylella approvate dal Comitato per la salute delle piante la scorsa settimana. È quanto si apprende da fonti comunitarie. Sono infatti ancora necessari alcuni tempi tecnici per le traduzioni, le procedure di adozione e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue. Intanto Bruxelles aspetta di vedere nel dettaglio gli effetti della sospensiva del Tar, sottolineando però che questa si basa sul fatto che le misure nazionali si devono adeguare alle misure Ue del 28 aprile. La loro applicazione, una volta che saranno entrate in vigore, è responsabilità degli stati membri, ma la Commissione controllerà che vengano attuate correttamente con ispezioni regolari da parte dell’Ufficio veterinario Ue (Fvo).

Un milione di piante infette, circa il 10% del patrimonio olivico della provincia di Lecce di cui una parte irrimediabilmente compromessa”. In termini economici “ci siamo giocati 200 milioni di euro” ma è una valutazione economica riduttiva che tiene conto solo del valore del legno e non considera quello del territorio: “quello che stiamo perdendo non ce lo potrà ridare mai nessuno. È inestimabile il valore di un albero di mille anni”. A fotografare all’agenzia di stampa Adnkronos la difficile situazione che stanno vivendo gli olivicoltori salentini è Leo Piccinno, vicepresidente Unaprol e presidente Coldiretti Lecce. Il settore, dunque, “non sta attraversando un periodo difficile. Noi siamo la vittime ma stiamo pagando più di tutti” afferma Piccinno che esprime diverse perplessità in relazione alla sentenza del Tar che ha sospeso il piano anti Xylella del commissario per l’emergenza Giuseppe Silletti, che prevede tra l’altro la distruzione di tutte le piante intorno ai focolai, anche se non malate, e ha accolto il ricorso presentato da alcuni olivicoltori pugliesi che si oppongono ad interventi così radicali.

È un controsenso” commenta Piccinno che spiega: “Gli olivicoltori che hanno presentato il ricorso ritengono il piano del commissario Selletti tropo rigido. La sentenza, invece, dice che il piano deve adeguarsi alle misure dettate dall’Ue che sono ancora più rigide”. Per Piccinno dunque non c’è niente da festeggiare. “La nostra adesione al piano era convinta e volontaria e adesso si è arrestato quel circolo virtuoso che era stato avviato”. Il piano del commissario Selletti “era sicuramente massimalista e guardava più a Bruxelles che alla Puglia ma nella corretta applicazione sarebbe stato smussato”. Inoltre, la sentenza dimostra che “c’è un contrasto tra i vari poteri dello Stato”. Il commissario per l’emergenza “è stato nominato dal consiglio dei ministri e la magistratura sospende la sua attività”. E a pagarne le spese “sono sempre gli olivicoltori”. Adesso come si procede? “Si farà un nuovo piano che dovrebbe essere più morbido”. Tornando al batterio, Piccinno, spiega che la malattia “è vecchia di 130 anni e che la scienza è quasi certa che provenga dalla Costa Rica dove è stato trovato il batterio gemello”. Quanto alle soluzioni, “la ricerca ha avviato dei progetti fortemente innovativi come il trattamento con le nanotecnologie” ma la via d’uscita è ancora lontana.

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