Otlec, dov’è la riconversione?

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MARCEGAGLIAGli ex lavoratori della Marcegaglia Buildtech di Taranto, che sono ancora in attesa di essere ricollocati dall’azienda piemontese Otlec come previsto dall’accordo sottoscritto il 3 dicembre 2014 al ministero dello Sviluppo economico a Roma, hanno manifestato ieri mattina con i rappresentanti sindacali sotto la sede della Prefettura contestando il mancato rispetto dell’intesa.

Sono 84 i lavoratori interessati, attualmente in cassa integrazione straordinaria (con scadenza a novembre), che dovrebbero essere riassunti dalla Otlec. Ad oggi, invece, è ancora tutto fermo. “Non c’è stato l’avvio di alcuna attività – hanno spiegato Fim, Fiom e Uilm – e lo stabilimento ex Marcegaglia è deserto e privo di personale e macchinari”. I sindacati hanno pertanto sollecitato un intervento del prefetto Umberto Guidato per “evitare – sostengono – ulteriori perdite di posti di lavoro su un territorio già gravemente colpito dalla disoccupazione, e di prodigarsi per l’attivazione del tavolo ministeriale”.

Nel 2013 la Marcegaglia Buildtec ha dismesso la realizzazione di pannelli fotovoltaici a causa del crollo della domanda. Il tavolo della vertenza al Mise, programmato nei giorni scorsi, è saltato per indisponibilità della Otlec, azienda che opera nella lavorazione dell’acciaio e nella produzione di cogeneratori e bruciatori. “La nostra mobilitazione – hanno precisato i lavoratori durante l’iniziativa di oggi – proseguirà e non escludiamo forme di protesta più eclatanti perché è in gioco il nostro futuro”.

L’intesa sottoscritto lo scorso 3 dicembre a Roma e poi ratificata nella sede di Confindustria Taranto il 15 dello stesso mese, prevedeva che lo stabilimento tarantino del gruppo Marcegaglia Buildtech venisse rilevato dal gruppo piemontese Otlec, azienda che opera nella lavorazione dell’acciaio producendo cogeneratori e bruciatori. Secondo l’accordo deve riavviare la produzione in linea con il core business tradizionale dello stabilimento: quindi con il know how dei dipendenti tarantini.

Gli 85 lavoratori ancora in cassa integrazione straordinaria (ridottisi dagli iniziali 140, dopo uscite incentivate e ricollocazioni negli stabilimenti del gruppo Marcegaglia), secondo quanto previsto dall’accordo dovrebbero tornare al lavoro dal novembre 2015, quando scadrà la copertura degli ammortizzatori sociali. Sono 15 i milioni di euro di investimento per attività siderurgiche e meccaniche per la produzione di motori per la cogenerazione messi sul tavolo dalla Otlec: motori per uso quasi domestico, a livello di condominio o piccola impresa che producono energia elettrica da caldaie. Secondo gli accordi sottoscritti, l’azienda doveva subentrare a partire dal mese di gennaio e con l’inizio del nuovo anno, proprio tra gennaio ed il mese di marzo, sarebbero potute partire le prime 21 assunzioni. Ad oggi, invece, di nuovo c’è soltanto l’insegna della Otlec che ha sostituito quella della Marcegaglia.

L’azienda piemontese sarebbe ancora in attesa di ottenere il finanziamento da parte degli istituti di credito. Il piano industriale c’è e prevede la realizzazione di lamiere per auto motive. Tra l’altro, il progetto della Otlec è legato a doppio filo con il potenziamento delle produzioni degli stabilimenti Fiat di Melfi e Foggia. Secondo quanto sostenuto dai sindacati, il progetto dell’azienda piemontese su Taranto c’è ed è proprio quello che consentirebbe alla Otlec di “fare il salto di qualità”. Questo progetto infatti, consentirebbe all’azienda di poter usufruire del contratto di rete: un istituto innovativo nel nostro sistema produttivo che realizza un modello di collaborazione tra imprese e che consente, pur mantenendo la propria indipendenza, autonomia e specialità, di realizzare progetti ed obiettivi condivisi, incrementando la capacità innovativa e la competitività sul mercato.

Ma un altro campanello d’allarme consiste nel fatto che il gruppo Marcegaglia non ha ancora autorizzato l’integrazione alla cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività, nonostante l’accordo sottoscritto ed il fatto che la legge di Stabilità autorizza la cigs per la cessazione di attività con accordi sottoscritti entro il 2014 (che è proprio il caso in questione). Siamo arrivato a maggio e a novembre terminerà la copertura degli ammortizzatori sociali.

E nonostante il gruppo Marcegaglia nelle scorse settimane si sia tirato fuori dalla vicenda, in realtà i sindacati tarantini sono pronti a “rinfacciare” all’azienda la responsabilità sociale in caso di mancato buon fine dell’operazione. Questo perché si ricorda che è stato proprio il gruppo lombardo ad aver voluto accelerare l’operazione di cessione alla Otlec nello scorso dicembre. Infine, è bene ricordare che ancora oggi i lavoratori sono contrattualizzati con la Marcegaglia.

Sin dallo scorso 15 dicembre, come sempre inascoltati, segnalammo come quello fosse un accordo bluff. Non tanto per la riconversione della produzione, quanto per il fatto che la Marcegaglia non fece altro che spostare la produzione di Taranto nello stabilimento piemontese di Pozzolo. Forse anche i sindacati e i lavoratori hanno iniziato a capire che quella messa in piedi a dicembre dalla Marcegaglia è stata un’operazione economica utile soltanto ai suoi interessi. E non a quelli del territorio ionico. Ancora una volta sedotto, sfruttato e abbandonato dalle grandi aziende. Ma la colpa, ancora una volta, è anche e soprattutto la nostra.

Gianmario Leone

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