“Amo Taranto perché la conosco” – La speranza germoglia sulle rive del mar Piccolo
TARANTO – Gutta cavat lapidem (La pioggia scava la pietra, ndr) amavano dire i latini. Una massima che potrebbe essere il vero riassunto di una giornata trascorsa tra le meraviglie del territorio tarantino. Paesaggio ai più sconosciuto, ma che merita di essere visto e studiato per riappropriarsi dell’identità. E di storia, la nostra terra, ne è intrisa fin nelle viscere: dalla terra rossa, agli uliveti, ai campi di grano fino alle pietre che, indomite, guardano lo scorrere del tempo e delle persone raccontandosi solamente a chi ha voglia di ascoltare. Tutto questo è “Mare, cielo, terra”: una passeggiata (gratuita) campestre a ridosso del secondo seno di Mar Piccolo, tra il relais Histò ed il convento dei Battendieri.
Il tour organizzato questa mattina si inserisce in un fitto calendario di appuntamenti patrocinati dalla Regione Puglia che mirano alla scoperta del territorio. Numerose le attività tra il mese di maggio e giugno (il programma completo è consultabile su https://www.inchiostroverde.it/wwf-taranto-al-via-le-visite-guidate-alla-palude-la-vela/). A far da guida è l’esperta professoressa Enza Tomaselli, coadiuvata dal presidente del Wwf Taranto Fabio Millarte e da alcuni volontari. Un vero successo per l’associazione ambientalista che, affidandosi al passaparola ed ai social network, ha contato alla partenza una cinquantina di persone desiderose di scoprire le bellezze naturalistiche a pochi passi da casa.
La primavera inoltrata ha permesso di cogliere una natura viva, colori vivaci e profumi intensi, nonostante ci si trovi in una delle aree più problematiche d’Europa dal punto di vista ambientale. Osservare ulivi rigogliosi, grotte nascoste, papaveri rossi, muretti a secco, è bellezza vera ma anche uno spunto per dialogare con chi condivide il piccolo “viaggio” per mezza giornata. Perché camminare attraverso i campi di grano, i sentieri battuti ed essere superati solo da alcune biciclette è l’occasione buona per pensare al presente e al possibile futuro di una città alla ricerca di lavoro e speranza.
Alcune mamme esortano lo sviluppo alternativo basato sul turismo e la natura “perché ormai i nostri figli stanno diventando grandi e nulla è cambiato”. Conoscersi significa scambio di idee e, magari, la creazione di una rete professionale in grado di promuovere un territorio straordinariamente bello ma non abbastanza pubblicizzato. La guida ripete e fa ripetere a gran voce il suo mantra: “Amo Taranto, perché la conosco”. Il motto ti entra dentro e, come l’acqua che penetra goccia a goccia la pietra, inizia a scalfire anche i cuori più duri. Fa pensare a quanta bellezza ci sia intorno alla città e a quanto tempo sia stato sprecato dietro slogan elettorali da quattro soldi. Qui ogni pietra, ogni ogni fiore, ogni spiga, ogni ramoscello di ulivo chiede pace per una terra martoriata. Qui l’essenziale è visibile agli occhi.
Luca Caretta per InchiostroVerde