Porto di Taranto, prove di dialogo
Come era prevedibile che fosse, durante il Comitato Portuale riunitosi ieri, i sindacati confederali e dei trasporti di Taranto hanno respinto il documento inviato giorni addietro dalla presidenza del Consiglio alla società Evergreen, azionista al 40% della TCT (le altre quote sono di Hutchinson 50% e gruppo Maneschi 10%) che dal 2001 in concessione la banchina del molo polisettoriale sino al 2061. Secondo i sindacati infatti, il documento del governo è troppo a favore di Evergreen e rischia di compromettere seriamente il futuro lavorativo dei 570 lavoratori della TCT a cui il 28 maggio scade la cassa integrazione straordinaria guadagni.
Questo perché se da un lato l’Autorità portuale conta di ultimare le principali opere di infrastrutturazione, tra cui la banchina e il dragaggio dei fondali, nella primavera del 2016 (ammesso e non concesso che questa tempistica sia poi effettivamente realistica e realizzabile), dall’altro lato Evergreen, come riportato la scorsa settimana, riporterebbe il traffico a Taranto, dopo averlo trasferito al Pireo, solo a partire dal 2017, quando si prevede un movimento annuo di 200mila teu. Il 2015 e il 2016 infatti, secondo la proposta del governo, sarebbero utilizzati per l’esecuzione dei lavori: soltanto nel 2017 sarebbe prevista una ripresa del traffico merci stimata intorno ai 200mila TEU l’anno, mentre si tornerebbe a marciare a regime nel triennio 2018-2021 con una media di 800mila-1 milione di TEU l’anno.
Presupposto perché ciò si realizzi nei tempi proposti, è che Evergreen faccia rientrare a Taranto il traffico portato a partire dal 2001 al Pireo (due linee internazionali) oltre che i feeder che dal mese di maggio saranno dirottati nel porto di Bari. Oltre al rinnovo della cigs e la condivisione del cronoprogramma dei lavori di adeguamento al terminal. Date e cifre che non hanno per nulla soddisfatto e convinto nemmeno gli azionisti di TCT. E che potrebbero addirittura comportare ben 180 licenziamenti da parte della società terminalista, sui 570 lavoratori a cui scadrà la cassa integrazione straordinaria il prossimo 28 maggio.
Secondo i sindacati, “la proposta illustrata, qualora finalizzata, determinerebbe l’immediato esubero della quasi totalità dei dipendenti diretti della Tct, frustrando i tentativi in atto di prorogare il trattamento di Cassa per gli stessi”. Inoltre la proposta va “in totale controtendenza rispetto a tutti i tentativi di accelerazione delle infrastrutture e dei progetti connessi alla movimentazione dei contenitori (Zone Franca, Piattaforma Logistica, Fresh Port)” ed è “in contrasto con il dettato del Decreto legge 01/2015 convertito nella Legge 20/2015. Quindi, le proposte andrebbero totalmente riformulate”.
Per questo i sindacati ieri hanno chiesto di “stralciare la procedura di rinnovo della Cassa Integrazione dalla trattativa per il futuro del terminal, esperire tutti i tentativi per mantenere i livelli occupazionali, coinvolgere Regione, Provincia e Comune chiedendo la sottoscrizione di un documento comune, valutare sotto il profilo legale la concessione di Tct”, valutando anche le possibilità di risoluzione dell’accordo. All’incontro di ieri, oltre al presidente dell’Authority Prete hanno partecipato il segretario generale Francesco Benincasa, il consigliere comunale Giovanni Cataldino, Daniela Fumarola (Cisl), Giancarlo Turi (Uil), Giuseppe Massafra (Cgil), Emidio Albani (Fit Cisl), Francesco Tursi (Fit Cisl), Oronzo Fiorino (Filt Cgil), Carmelo Sasso (Uiltrasporti). Di seguito, la nota ufficiale dell’Autorità portuale sull’incontro di ieri.
“In data odierna, ha avuto luogo la seduta del Comitato Portuale, convocato al fine di discutere delle problematiche attualmente sussistenti al terminal contenitori del porto di Taranto. Il Comitato ha analizzato i recenti sviluppi della trattativa coordinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dopo ampia discussione, il Comitato Portuale, a maggioranza dei propri componenti (con astensione del solo Cpt. Giancarlo Russo, rappresentante delle imprese ex artt. 16 e 18 della L. 84/94 e Vice Direttore della TCT SpA), ha confermato la propria totale disponibilità nei confronti di ogni iniziativa tesa a salvaguardare i livelli occupazionali nonché a creare ed incentivare il rilancio e la competitività del terminal contenitori, a condizione che sia garantito un piano di sviluppo adeguato alle aspettative locali, regionali, nazionali e comunitarie di strategicità del porto di Taranto, come in più occasioni e in più contesti evidenziato dallo stesso Governo Italiano.
Il Comitato Portuale, sul punto, in adesione al verbale siglato in data 27.04.2015 dalle 00.SS. e dal Comune di Taranto, ha ribadito la posizione e le condizioni già espresse nella seduta del 15.09.2014 e comunicate a TCT SpA ed Evergreen Line. Il Comitato ha accolto, altresì, la richiesta dei rappresentanti dei lavoratori di proporre lo stralcio della procedura di rinnovo della CIGS da quella più ampia relativa alla complessiva gestione del terminal. Il Comitato Portuale (nonostante la condivisione del verbale odierno da parte di tutti i rappresentanti degli enti locali), ha chiesto di invitare il Presidente della Regione Puglia, il Sindaco del Comune di Taranto ed il Presidente della Provincia di Taranto alla sottoscrizione di una nota che riporti le determinazioni assunte in data odierna allo scopo di supportare e ulteriormente rafforzare l’operato del Comitato medesimo. Infine, su proposta del Sindaco del Comune di Taranto, a maggioranza dei propri componenti (con astensione del solo Cpt. Giancarlo Russo, Rappresentante delle imprese ex artt. 16 e 18 della L. 84/94 e Vice Direttore della TCT SpA), ha deliberato di procedere all’acquisizione di un parere legale pro veritate in merito ai possibili effetti dell’attuale situazione sul rapporto concessorio con Tct”. La sensazione, lo ribadiamo ancora una volta, è che si stia tentando in tutti i modi a correre ai ripari per salvare una situazione che rischia seriamente di compromettere in maniera irreversibile il futuro economico di questa città.
Gianmario Leone