auchanGli esuberi decisi da Auchan in Italia saranno 1.426. Le cifre sono state diffuse ieri dalla Cgil di Bergamo, dopo che i delegati e i dipendenti hanno incontrato l’azienda, che ha annunciato l’ammontare preciso degli esuberi sui circa 12mila dipendenti in organico in Italia. Esuberi che, si legge in una nota della Cgil, saranno “distribuiti in maniera omogenea tra nord, sud e centro Italia e non, invece, concentrati al sud, come inizialmente previsto”. “Auchan Italia continua a prendere unilateralmente le sue decisioni, senza mostrare alcuna intenzione di tornare al tavolo della trattativa”, commenta Luisella Gagni della Filcamps-Cgil di Bergamo.

Con le assemblee della prossima settimana e con la mobilitazione del 9 maggio – continua – cercheremo di mandare un segnale chiaro di contrarietà all’azienda. Da oggi, cioè dall’annuncio ufficiale degli esuberi, abbiamo per legge (procedura per i licenziamenti collettivi) 45 giorni di tempo per cercare di riavviare una trattativa, poi 30 giorni tecnici per la convocazione al ministero. Siamo rimasti sorpresi sia dal volume dei tagli che dalla velocità con cui sono stati avviati”. “Il modo di gestire l’azienda è incomprensibile – dice la segretaria regionale siciliana della Uiltucs, Marianna Flauto – se Auchan ha registrato perdite, queste sono il frutto di politiche aziendali sbagliate e non possono essere i lavoratori a farne le spese. Tra le ragioni dei licenziamenti, la società indica pratiche di concorrenza sleale, soprattutto al Sud, dove nella grande distribuzione molti operatori economici non applicano i contratti collettivi di categoria nazionale; oppure applicano i contratti part-time mentre il personale lavora full time. Se il mercato è drogato, devono essere potenziati i controlli, non possono essere i lavoratori a farne le spese”.

L’azienda occupa 11.422 dipendenti e ha 51 punti vendita in Italia. I sindacati sostengono che la catena francese vorrebbe tagliare di 50 milioni l’anno il costo del lavoro. Il gruppo Auchan-Sma dal 2009 al 2013 ha perso circa l’8% del fatturato e il margine (Mon/fatturato) già negativo nel 2011 ha continuato ad appesantirsi. Il recesso dell’azienda dal contratto integrativo annunciato lo scorso aprile rientra appieno nella “strategia” di Auchan che vorrebbe ridefinire un quadro che coinvolge salari, occupati e organizzazione. Su Taranto la situazione è ancora poco chiara, visto che l’azienda per ora ha annunciato tagli in Lombardia, Campania e Sicilia. Intanto, in attesa dello sciopero del 9 maggio, è probabile che scattino in anticipo le mobilitazioni di lavoratori e sindacati in particolar modo nei territori già colpiti dalla scure dei licenziamenti della multinazionale francese.

G. Leone

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